L’importanza di usare e scegliere – online come offline – le parole con cura

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Intercalare un discorso con una sequela di “cazzo”, “vaffanculo” e altri francesismi contraddice il fine dichiarato di contrastare le “parole ostili” e il linguaggio dell’odio? Oppure, trattandosi di un comico, e avendo dinanzi una platea di ragazzi, può essere accettato come una tecnica per creare empatia e un clima adatto per veicolare tematiche positive? Insomma, una sorta di fine che giustifica i mezzi, risciacquato al tempo dei social?
Il tema si è posto nella manifestazione “Condivido – Il manifesto della comunicazione non ostile nelle scuole”, svoltasi a Milano, in collegamento streaming con altre platee di studenti a Trieste, Cagliari e Matera.
L’attore e comico toscano Paolo Ruffini, già noto per aver definito anni fa Sophia Loren “una topa meravigliosa”, peraltro in presenza dell’attrice, chiamato a condurre la mattinata milanese non ha lesinato con quello che un tempo si sarebbe definito un linguaggio scurrile. Attraverso il quale ha veicolato comunque messaggi di civiltà e buon senso. Per esempio quando ha messo a confronto un ragazzo di origine egiziana che non nascondeva la sua netta avversione nei confronti dei gay con un ragazzo e una ragazza milanesi che gay si dichiaravano esplicitamente.
È successo però che a Trieste alcuni docenti e una assessora regionale si sono infastiditi per il linguaggio del comico, al punto che quest’ultima si è a un certo punto arrogata il diritto di interrompere il collegamento con Milano. Ne è seguito un dibattito, dal quale è emerso che pochissimi fra gli studenti presenti erano rimasti “turbati” e nemmeno contrariati per il linguaggio del toscanaccio dalla parolaccia facilissima.
Un tema in più, allora, da aggiungere a una giornata comunque importante. Ha scritto Rosy Russo, ideatrice dell’evento: “30.000 studenti collegati in tutta Italia, migliaia di messaggi pieni di entusiasmo arrivati su whatsapp da ragazzi di ogni regione, l’hashtag #ParoleOstili al primo posto per buona parte della giornata su Twitter. L’Italia digitale e 1000 scuole in tutta la penisola hanno parlato, si sono confrontate e hanno condiviso i principi del Manifesto della Comunicazione non ostile. Questo è un risultato che ci riempie di orgoglio e ci dà ancora maggiore fiducia per il futuro. Così come ci fanno piacere le parole di incoraggiamento e di sostegno della Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli: sapere che lei, per prima, sul suo tavolo conserva una copia del Manifesto della Comunicazione non ostile rafforza la nostra convinzione rispetto a un progetto inclusivo, positivo e capace di parlare a tutto il Paese”.
E ancora: “Ci dispiace sinceramente se qualcuno a Trieste si è sentito spiazzato dall’ironia, a volte spigolosa di Paolo Ruffini. Siamo, però, convinti che tutti i ragazzi che hanno partecipato a “Condivido” siano tornati a casa arricchiti da un’esperienza sicuramente diversa ma bella e ricca di contenuti. E con una consapevolezza maggiore dell’importanza di usare e scegliere – online come offline – le parole con cura”.


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