Trump, Putin, Siria… Il mondo in fiamme

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Sangue, ancora sangue. E i venti di guerra che adesso soffiano forte. Il mondo è in fiamme, esplodono tutte le contraddizioni di un pianeta diviso a metà. In questa metà, quella che si ritiene privilegiata, non esistono più isole felici e anche la Svezia conosce il dolore nonostante l’illusione di una convivenza possibile. Non meraviglia invece la strage egiziana perché l’odio dei fondamentalisti islamici contro i cristiani è antico e ben noto. Ricordo anche a livello personale la caccia notturna ai copti, il sacrificio di pagare per la propria fede. E sullo sfondo la follia degli sceriffi mondiali che mostrano i muscoli ben sapendo di rischiare la pace di tutti. Fuor di metafora, sul piano militare i missili americani contro Assad sono poco o niente, ma è chiaro che l’azione di Trump è invece catastrofica politicamente. La Siria diventa una scusa per schiaffeggiare Putin e, visto il caratterino dello zar, non sappiamo quanto sia pericoloso quest’affronto. Indebolire l’aviazione siriana diventa oltretutto un vantaggio per i terroristi e infatti il leader del Cremlino ha provveduto immediatamente a coprire le carenze. Provocazione per provocazione ci si mette anche quel pazzo furioso di Kim che evoca addirittura l’atomica e a questo punto anche le parole diventano pesanti.

Non entro nel merito perché la questione siriana è sempre stata oscura, ma la storia delle armi chimiche mi ricorda tanto il pretesto di Bush per attaccare l’Iraq (mai trovate, of course). Come pure l’appello al mondo. Avendo, ahimè, frequentato fin troppe guerre, so bene che non esistono i buoni e i cattivi e che l’esportazione della democrazia è un’enorme scemenza inventata da chi con le guerre ci guadagna. Spesso, quasi sempre, sono giustificate da intenti nobili ma in realtà sono tutte sporche, provocate dalla voglia di conquista o comunque di sopraffazione. “Il mondo mi segua” gridato dal nuovo presidente Usa mi ricorda tanto, troppo, quel “o con me o contro di me” di George jr. per accreditare un conflitto che ancora dura, a distanza di anni. Sia chiaro, nessuno ha ragione perché tutti hanno torto, non parteggio per nessuno, ma sono molto preoccupato. Non capisco tra l’altro il plauso europeo al presidente americano che ha come obiettivo, neppure troppo nascosto, l’annientamento del Vecchio Continente, così come Putin. Certo è che il momento attuale mi sembra tanto un déjà vu. E invece di pensare a risolvere la Grande Fame i potenti del pianeta hanno ripreso a giocare ai soldatini. Sfidandosi sulla pelle di tutti noi.


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