Flussi migratori: cineasti, operatori sociali e giornalisti a confronto per scardinare i luoghi comuni

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“Clandestini”, “Invasione”, “vucumprà”: le parole sono pietre e qualche volta colpi di pistola.  E se vengono calate in una realtà bollente come quella dei migranti, alterano la percezione delle cose e diventano veicolo di istigazione all’odio. Quando si descrivono fatti enormi, come l’esodo di massa dai paesi in guerra, “bisogna prestare la massima attenzione, adottare termini giuridicamente appropriati,  stare ai fatti, evitare la diffusione di informazioni imprecise o distorte, riguardo ai rifugiati e migranti” osserva Carta di Roma, l’associazione nata nel 2011, promossa dalla Federazione della Stampa (Fnsi) e dall’Ordine dei Giornalisti,  per dare attuazione al protocollo deontologico per un’informazione corretta sul tema dell’immigrazione. Ne va della nostra capacità di restare umani, prima ancora che di assumere posizioni sul come affrontare, non solo il problema dell’accoglienza, ma quello di una reale integrazione, che può avvenire solo attraverso il lavoro.  I luoghi comuni che tendono a etichettare negativamente i cittadini di altri stati che arrivano da noi,  tanto più provenienti da situazioni estreme, spesso tragiche, vanno respinti per restituire alla razionalità quello che oggi viene spesso vissuto con “la pancia” e l’emozionalità delle persone.

Di questo, con riferimento a vicende vissute,  e alle difficoltà di integrazione nel nostro paese,  si parlerà, nell’ambito del Working Title Festival, Festival del cinema del lavoro (seconda edizione) a Vicenza, il 28 aprile alle 18.30 in Contrà Barche 55.

Relatori i coniugi registi afgani Razi Mohebi  e Soheila Jvaheri , rifugiati politici in Italia dopo un lungo e doloroso viaggio;
Arouna Camara, richiedente asilo;
Enrico Ferri, giornalista esponente della sezione veneta di Articolo 21 (www.articolo21.org), un’associazione culturale che si batte contro tutti gli stereotipi, che affronterà i temi del linguaggio con riferimento alla Carta di Roma;
Anna Bertrand della cooperativa sociale Progetto Tenda di Torino,  aderente alla rete Senza Asilo;
Lara Scantamburlo della Cooperativa sociale Tangram di Vicenza;
Elisa Carraro, assistente sociale che si occupa di accoglienza dei richiedenti asilo.

Di seguito il programma dettagliato dell’incontro:

Richiedenti asilo, rifugiati e lavoro.  Cineasti, giornalisti e operatori sociali a confronto, per scardinare i luoghi comuni.

Dibattito, venerdì 28 aprile 2017, ore 18.30 – 20.30 Polo Giovani B55, Contra’ Barche 55, Vicenza
Nell’ambito (http://www.workingtitlefilmfestival.it/)

Il dibattito è a partecipazione gratuita e aperto al pubblico e si svolgerà sia in presenza sia in assenza di giornalisti iscritti. La sala polivalente Lab 1 che ospita il dibattito ha 40 posti a disposizione. Per i giornalisti saranno riservati 20 posti.

Introduzione

Il tema dei richiedenti asilo si intreccia nel dibattito mediatico e nella pratica sociale a quello del lavoro. Il nodo è controverso da un punto di vista giuridico, ma ancor di più da quello delle retoriche contrapposte che si confrontano. Da una parte c’è chi accusa i profughi di essere “mantenuti” e di “non lavorare”; dall’altra gli operatori dell’accoglienza e le imprese che danno ai richiedenti asilo opportunità di formazione e di impiego sottolineano come la burocrazia sia di ostacolo ai percorsi reali e già in essere di inserimento lavorativo. L’esperienza concreta di chi lavora da anni in Italia da rifugiato nel settore del cinema dimostra come l’integrazione di chi è fuggito da guerre e persecuzioni non sia affatto facile. Qual è il ruolo dei giornalisti in questo scenario? Centrale, a partire dalla necessità di una conoscenza approfondita delle normative e dall’utilizzo di un linguaggio consapevole e non sensazionalistico.

Relatori

Enrico Ferri
Giornalista professionista, padovano, è impegnato come sindacalista nella Federazione Nazionale della Stampa ed esponente del Collegio sindacale dell’Inpgi. È tra i promotori della sezione veneta dell’Associazione Articolo 21.

Il suo intervento verterà in particolare sui contenuti della Carta di Roma, il Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti, approvata nel 2008 dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e inglobata nel 2016 nel Testo unico dei doveri del giornalista.
L’associazione Articolo 21, nata il 27 febbraio 2002, riunisce esponenti del mondo della comunicazione, della cultura e dello spettacolo; giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Razi Mohebi
Nato a Ghazni, in Afghanistan, il 1 gennaio 1971, è un regista. Appartiene all’etnia hazara, che da sempre, nella storia dell’Afghanistan, ha subito persecuzioni e massacri. Fuggito in Pakistan, ha vissuto da rifugiato fino ad arrivare in Iran, dove si è iscritto ad una scuola coranica per avere la possibilità di studiare. In seguito, grazie alla sua abilità nella pittura, è stato ammesso all’Università di cinema di Tehran. In Iran ha conosciuto la moglie Soheila Javaheri, collaborando ad iniziative orientate a dare sostegno e istruzione ai bambini afghani clandestini. Dopo la caduta del regime talebano, nel 2001, è tornato in Afghanistan dove ha collaborato alla fondazione della “Kabul film” e partecipato anche come attore alla realizzazione della pellicola “Alle cinque della sera”, premio della giuria al Festival di Cannes del 2003. In questo stesso periodo è stato coregista del film “Osama”, che inizia con una scena che vede sfilare centinaia di donne rivendicando il lavoro e i più elementari diritti umani. Per quel film Razi è stato minacciato, rapito e lasciato in  fin di vita alla periferia di Kabul.

Il regista, tuttavia, non ha voluto rinunciare alla sua attività e ha fondato la Razi Film House, per la quale ha diretto documentari e cortometraggi come “Kite”, condannato dai Talebani e selezionato per i festival di Locarno e Berlino.
Nell’estate del 2007, durante la realizzazione di un film documentario sull’uccisione di tre giornaliste, è invitato in Italia come ospite del Religion Today Filmfestival. In quei giorni la Razi Film House è stata chiusa e tornare in Afghanistan è diventato troppo pericoloso.
Oggi Razi Mohebi e la moglie Soheila vivono a Trento nella condizione di rifugiati politici.

Premi e riconoscimenti (sintesi):
2016: Premio Mutti-AMM come produttore per la miglior sceneggiatura per “Una casa sulle nuvole” consegnato alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia.
Proiezione del “Cittadini del nulla” e “Afghanistan
2014- Dettaglio”, in Polonia Film Festival-Cracovia.
Proiezione del “Cittadini del nulla” in ambito del festival “Sguardi altri”, Roma e Bologna
2015: Proiezione cortometraggio “Cittadini del mondo ” , Finanziato dalla provincia autonoma di Trento, nel ambito del progetto Europeo “Global School”, in Ante prima al Expo di Milano.
Proiezione di “Cittadini del Nulla” alla 72esima Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito del Premio Città di Venezia.
Proiezione di “Cittadini del Nulla” alla Cineteca di Bologna all’interno del festival Visioni Italiane.
2014: Premio Mutti-AMM per la miglior sceneggiatura per “Cittadini del Nulla” consegnato alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia.
Premio per il miglior documentario a “Afghanistan 2014: Dettaglio” al Festival Internazionale di Kazan (Russia).
Premio per il miglior documentario a “Afghanistan 2014: Dettaglio” al Festival Internazionale di documentari sull’Afghanistan a Stoccolma. “Afghanistan 2014: Dettaglio” selezionato per il Lampedusa Film Festival.
2012: “Afghanistan 2014: Campo Lungo” selezionato per il Film Festival Internazionale di Tehran (Iran).
2010: Proiezione di “Gridami” alla 67esima Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito del Premio Città di Venezia.
2009: Proiezione di “Reame del Nulla” alla 66esima Mostra del Cinema di Venezia, nell’ambito del Premio Città di Venezia.
2001-2008: Selezione ufficiale per il cortometraggio “Aquilone” a vari film festival: Locarno, Berlino, Pusan, Nantes.
2005: Sceneggiatura del lungometraggio “The Bracelet Seller” selezionata nell’ambito del Festival Internazionale dei tre continenti a Nantes, per realizzare una coproduzione con la Francia.
2004: Aiuto regista nel film “Osama” di Siddiq Barmak vincitore del Golden Globe come miglior film straniero.
2003: Protagonista del film “Alle cinque della sera” di Samira Makhmalbaf, miglior film
secondo la giuria del Festival di Cannes.

Soheila Javaheri

Nata in Iran nel 1979,  è regista. ha studiato ingegneria elettronica e dal 2003 lavora in ambito cinematografico. Oggi con il marito Razi Mohebi vive a Trento nella condizione di rifugiata politica.

Curriculum sintetico:
2015: Assistant of director and editor of short film “citizen of the world “for European union  directed by Razi Mohebi
2014:Premiere of Best Documentary film for Afghanistan 2014-Insert in Kazan International Film Festival, Tataristan, Russia.
2014: Premio Mutti 2014 for the best screenplay in Venice International film festival
2013-2014: Codirecting with Razi Mohebi second episode of Documentary film , Afghanistan 2014-Insert,produced by Filmwork Trento
2012-2011: Codirecting with Razi Mohebi , first episode of Documentary film , Afghanistan 2014-Long shot ,produced by Filmwork Trento
2011-2012: Organizing workshop of practical –theorical of video narrative .
2009 – 2010: Assistant of directer the feature “GRIDAMI” (apple, pomegranate, Blue), selected for Venice International Film Festival 2010 – the “Invisible City”. (IMMIGRATION PROBLEM OF WORK), produced by Cinformi
2010: creation of a series of 8 short films for the primary school “Alcide De Gasperi”.
2009-2010: Workshop of video at Teatrincorso Area 14 .
2009: Assistant of directer the short feature “Realm of Nothingness”, selected for the Venice International Film Festival 2009 – the “Invisible City”. (IMMIGRATION PROBLEM AND ACCOMMODATION) produced by Cinformi.
2008: Video workshpo Teatrincorso Area 14
2008: Codirecting with Razi Mohebi, short film “Prisons” for the Trentino Forum of Peace and the Association of Game diTrento mirrors. (IMMIGRANTS IN JAIL)
2008: Codirecting with Razi Mohebi, short documentary about the ancient crafts of Vallarsa (Trento).

Experiences in Afghanistan (2001-2007)
2007: Directs services (2:30 min) and reportage (13 min and 26 min) for French television (ARTE, France 24, TF1)
2006: Assistant of director for a documentary about the sport in Afghanistan produced by the National Committee of the Olympic village.
2004: Conducts research on oral literature in Afghanistan.
2004: Director of the documentary “Dance on sick land” on the condition of widows in Kabul.
2003: Second assistant of director for the feature film “Earth and Ashes” directed by Franco-Afghan Atiqe Rahimi (official selection Un Certain Regard at Cannes in 2003).

Arouna Camara§
Nato in Mali nel 1995, da due anni è richiedente asilo in Italia. Attualmente risiede a Vicenza dove sta svolgendo il servizio civile presso l’associazione Arci Servizio Civile.

Elisa Carraro
È assistente sociale. Si occupa di accoglienza dei richiedenti asilo presso la Cooperativa sociale Tangram di Vicenza. Tangram è una cooperativa sociale nata nel 1997 che opera nel territorio di Vicenza e provincia, le cui radici risalgono al 1979 quando Teresiana Viazzarin fondò la Comunità Educativa “Contrà Fascina”. Tangram si propone lo scopo di facilitare la promozione dei diritti, dell’agio e del benessere sociale di tutte le persone, nel rispetto delle risorse e caratteristiche personali, con particolare attenzione a coloro che vivono condizioni di marginalità, deprivazione e disagio. Eroga servizi socio-assistenziali ed educativi rivolti a bambine/i, ragazze/i e famiglie adottando un approccio di prevenzione del disagio e promozione dell’agio.

Gestisce strutture di accoglienza residenziale per minori allontanati dalle famiglie d’origine, servizi di educativa domiciliare, laboratori occupazionali per persone seguite da servizi specialistici, attività di sensibilizzazione e formazione alla solidarietà famigliare. Si occupa inoltre di attivare progettualità nell’ambito della partecipazione e cittadinanza attiva delle giovani generazioni e delle comunità Rom e Sinte del vicentino.
Tangram è formata da un gruppo di soci educatori, formatori e volontari. L’efficacia d’intervento in contesti differenti è da attribuire alla varietà di competenze e professionalità espresse dall’equipe della Cooperativa (composta da educatori professionali, assistenti sociali, sociologi) e dalla sinergia instaurata con committenti e soggetti del territorio: Enti Pubblici e Istituzioni, associazioni di volontariato, altre cooperative sociali. Con Cooperativa Sociale Insieme e l’associazione Rete Famiglie Aperte, costituisce il Progetto Sulla Soglia (PSS) e fa parte del Consorzio Prisma di Vicenza, che riunisce svariate cooperative sociali del territorio.
Tangram aderisce inoltre al Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)

Lara Scantamburlo
Nata nel 1982, è educatrice e progettista presso la Cooperativa sociale Tangram di Vicenza. Tangram è una cooperativa sociale nata nel 1997 che opera nel territorio di Vicenza e provincia, le cui radici risalgono al 1979 quando Teresiana Viazzarin fondò la Comunità Educativa “Contrà Fascina”.

Tangram si propone lo scopo di facilitare la promozione dei diritti, dell’agio e del benessere sociale di tutte le persone, nel rispetto delle risorse e caratteristiche personali, con particolare attenzione a coloro che vivono condizioni di marginalità, deprivazione e disagio. Eroga servizi socio-assistenziali ed educativi rivolti a bambine/i, ragazze/i e famiglie adottando un approccio di prevenzione del disagio e promozione dell’agio.
Gestisce strutture di accoglienza residenziale per minori allontanati dalle famiglie d’origine, servizi di educativa domiciliare, laboratori occupazionali per persone seguite da servizi specialistici, attività di sensibilizzazione e formazione alla solidarietà famigliare. Si occupa inoltre di attivare progettualità nell’ambito della partecipazione e cittadinanza attiva delle giovani generazioni e delle comunità Rom e Sinte del vicentino.
Tangram è formata da un gruppo di soci educatori, formatori e volontari. L’efficacia d’intervento in contesti differenti è da attribuire alla varietà di competenze e professionalità espresse dall’equipe della Cooperativa (composta da educatori professionali, assistenti sociali, sociologi) e dalla sinergia instaurata con committenti e soggetti del territorio: Enti Pubblici e Istituzioni, associazioni di volontariato, altre cooperative sociali.
Con Cooperativa Sociale Insieme e l’associazione Rete Famiglie Aperte, costituisce il Progetto Sulla Soglia (PSS) e fa parte del Consorzio Prisma di Vicenza, che riunisce svariate cooperative sociali del territorio.
Tangram aderisce inoltre al Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA)

Anna Bertrand
È Responsabile dell’area lavoro della Cooperatiiva sociale Progetto Tenda di Torino, aderente alla rete Senza Asilo.

“SenzaAsilo” nasce nel gennaio 2017 dall’incontro di operatori ed Enti impegnati nei progetti di accompagnamento sociale dei richiedenti asilo e rifugiati accolti nel territorio piemontese. L’urgenza di aprire un dibattito sul tema della migrazione nasce dalla consapevolezza di trovarsi di fronte ad un fenomeno epocale che sta cambiando velocemente in quantità e complessità. Persone costrette ad abbandonare il loro paese in fuga da guerra, ingiustizia e povertà, in cerca di protezione e di una vita più dignitosa. Sull’Italia grava la pressione di questo imponente flusso migratorio, ciò investe necessariamente il nostro paese di un ruolo centrale nell’attuazione delle politiche internazionali di accoglienza dei migranti. Senza Asilo vuole offrire un’occasione di partecipazione per coloro che vivono i territori e la loro complessità e che cercano di farne emergere i bisogni, le risorse e le criticità.


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