Come la lettura può aiutare i più giovani a comprendere la crisi rifugiati? Se lo è chiesto una rivista statunitense

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L’esperimento di una libreria newyorkese ripreso dalla testata statunitense The Cut: il ruolo del libro e della lettura per far conoscere ai bambini la complessità dei flussi migratori

Poco dopo l’attuazione del cosiddetto “muslim ban“, promulgato da Donald Trump il 28 gennaio negli Stati Uniti, la Bank Street Bookstore, libreria di New York, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una serie di consigli editoriali di libri per bambini, motivando così la scelta: “Non essere a corto di parole per spiegare ai bambini che il cuore e l’anima dell’America consistono nel dare il benvenuto ad altri che hanno bisogno di un posto sicuro per costruire una casa. Libri come questi aiutano”.

L’iniziativa di una libreria newyorkese: le letture consigliate per far comprendere le migrazioni ai bambini.

Seguendo quest’idea la rivista newyorkese The Cut ha intervistato bibliotecari, proprietari di librerie e insegnanti delle scuole elementari, chiedendo, oltre che consigli editoriali, quale fosse il ruolo della lettura in questa fase storica per un pubblico molto giovane. Scrive così The Cut come i libri siano “una porta per discutere sui rifugiati e sull’immigrazione con i cittadini più giovani dell’America”.

I libri come finestra sul mondo per i più piccoli

Per Rebecca Cowley, della biblioteca pubblica per bambini di Brooklyn, «molti genitori chiedono di avere libri sull’attualità per capire cosa stia succedendo, ma non sono ancora stati scritti! Tuttavia, le esperienze dei rifugiati e degli immigrati sono universali e accadono ciclicamente. Perciò, quello che cerchiamo di fare è dare ai bambini storie alle quali attingere per provare a capire queste esperienze. Il punto di partenza è insegnare ai bambini l’empatia».

«Librai competenti possono essere un catalizzatore utile per aiutare gli studenti a portare avanti una ricerca e un fact-check valutando le risorse online, ponendo delle domande e imparando, queste competenze sono più che mai necessarie» è la convinzione di Susan Ackerman, bibliotecaria per bambini a New York.

Si tratta naturalmente anche di una questione di metodo, considerata la complessità degli argomenti affrontati: «quando discutiamo argomenti non conosciuti, è fondamentale introdurre i libri ai giovani lettori in un contesto sicuro e magari con i genitori – evidenzia Ann Levine, della libreria Bank Street Book Storei bambini si sentono confortati e sicuri a parlare di ciò che sentono e di cosa hanno capito del testo».

I libri consentono inoltre di tracciare una linea di congiunzione anche a livello storico, per comprendere la complessità della questione migratoria, come sottolinea Rebecca Johnson, bibliotecaria della scuola media Saint Ann, «usiamo i libri per iniziare una conversazione con i nostri studenti, aiutandoli anche a collegare la cronaca attuale con il fatto che gli Stati Uniti siano da sempre una nazione di immigrati».

Da cartadiroma


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