Le relazioni pericolose di Trump

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“Putin non è nella nostra squadra”insiste Obama nell’intervista che rilascia ad ABC quando ormai manca poco al  suo ultimo discorso di martedi 10 gennaio, nel quale da Chicago difenderà il suo lavoro di questi otto anni che hanno visto gli Stati Uniti uscire dalla grave crisi economica del 2008.  Lo spericolato rapporto tra Trump e il leader del Cremlino  preoccupa Obama e tiene banco negli approfondimenti di tutte le trasmissioni televisive  e negli editoriali dei quotidiani.  Gli analisti politici vengono intervistati in continuazione,mentre il giorno dell’insediamento di Trump a commander in chief si avvicina e l’ansia aumenta. Molti americani non capiscono quale sia il  vantaggio  di questa collaborazione senza precedenti con la Russia. I media scrivono dei continui avvertimenti dell’intelligence usa sul coinvolgimento di  Mosca nelle azioni di hacker aggio durante la campagna elettorale e rilanciano i tweets di Trump che non cambia posizione. “Quando saro’ presidente, ribadisce, la Russia ci rispetterà molto  più di adesso. I due paesi se lavoreranno  insieme forse risolveranno alcuni dei più grandi problemi e questioni del mondo”.

Frasi che  non chiariscono però quale possa essere il tipo di strategia che il miliardario,  con la sua squadra di governo di miliardari, immagina e soprattutto a quali questioni darà la priorità. Difficile intuirlo  dai  suoi tweets che incominciano già all’ alba e che obbligano  tutti i giornalisti, ma soprattutto quelli americani, a modificare il loro  modo di lavorare. Uno stile  iniziato con la campagna elettorale, che continuerà anche  alla Casa Bianca  hanno detto i collaboratori di Trump. Ma sarà possibile  gestire con un tweet anche  le spinose questioni di geopolitica che riguardano il rapporto degli Stati Uniti con i propri alleati e con i propri nemici?.  Trump passa da un argomento all’altro senza un apparente filo di continuità.

Nell’ultima settimana , come ricorda il Washington Post che ha analizzato il flusso ininterrotto dei suoi interventi su Twitter, ha accusato la giapponese Toyota di produrre auto in Messico, si è complimentato con   Jackie Evancho la giovane cantante lirica che  si esibirà al suo insediamento, ha ridicolizzato Schwarzenegger per i bassi ascolti del programma tv The Apprentice creato e condotto in passato dallo stesso Trump. I  giornali americani e le tv riportano ogni sua esternazione interrogandosi se ci sia  un modo diverso di raccontare la presidenza Trump. Tutti i tweets vanno citati con la stessa evidenza? Un tweet su Putin può essere messo sullo stesso piano di uno su Schwarzenegger? Si può ignorare un tweet? In fondo stiamo parlando del presidente degli Stati Uniti.

Un problema che riguarda anche i governi stranieri chiamati in causa  da Trump con un semplice tweet. E’ accaduto per esempio  alla Cina quando ha restituito un drone sequestrato ad una nave da guerra americana  nel Pacifico. Ma il miliardario ha replicato anche alla Corea del nord che aveva annunciato di avere missili in grado di arrivare sino negli Stati Uniti. Intanto la  Corea del Sud  sarebbe già corsa ai ripari, ha scritto il  Korea Joongang Daily e avrebbe  creato un ufficio apposito per monitorare l’attività di Trump su Twitter.  Una tra le sfide più grandi rimane quella dei giornalisti che Trump non ha esitato a bistrattare quando lo hanno criticato in campagna elettorale. I Tweets più velenosi sono stati riservati al New York Times che aveva dato il suo appoggio alla Clinton, ma sono state sbarrate le porte anche al più conservatore Washington Post dopo alcuni articoli non graditi. Un buon banco di prova per capire l’aria che tira sarà la conferenza stampa di mercoledi a New York nella quale dovrà rispondere alle domande sui pirati informatici russi colpevoli di avere attaccato il sito del partito democratico e del capo staff della Clinton, John Podesta. Qualcuno potrebbe anche domandargli quali passi intende intraprendere per far fronte al possibile conflitto di interessi  che si delinea per se stesso e per alcuni suoi familiari.


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