Omicidi sul lavoro. Give me five!

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Qui Nuova York. E’ scoppiata pentola a pressione adibita a ordigno letale per ferire 29 persone. Fortunatamente un’altra è stata disinnescata prima che saltasse. E’ dall’alba di domenica che ne stiamo  parlando incessantemente. Ogni testata catapulta in prima il fatto criminale  riportando (e ripetendo a mantra) il cosa, il dove e il quando. Il chi e il perché, nel rispetto dello stile giornalistico per 5W, sarà materia per opinionisti di talk show dal cui guazzabuglio cerebrale ciascuno trarrà personale opinione: all you can eat

Qui Taranto, Roma e Tarvisio: tre morti sul lavoro. Dall’inizio dell’anno siamo già arrivati a circa 500. Gli infortuni non si contano. Per questi fatti i cosa, dove e quando appaiono e immediatamente sublimano. I chi e perché, salvo indignazione del presidente della repubblica, saranno neppure argomento da bar sport, altro che talk show. Le stragi sul e per il lavoro esulano dallo stile giornalistico perché sono sotto gli occhi menefreghisti di tutti ogni giorno: in casa propria tra impalcature e opere straordinarie condominiali per trapezisti senza rete, nei cantieri, nei campi, sulle strade, nelle fabbriche: all you can die…


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