Nizza, il dolore delle associazioni: “Nuova strage degli innocenti”

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Dalla Fondazione Migrantes ai Frati Minori di Assisi: le organizzazioni esprimono vicinanza alle vittime della tragedia che ha colpito di nuovo la Francia. “Imploriamo misericordia e pace, per i vivi e per i defunti”. Co-mai: “Il mondo arabo piange assieme ai familiari delle vittime del massacro di Nizza. #Siamotuttifrancesi!”

ROMA – Ancora un attentato in Francia, a Nizza, nel giorno della festa nazionale, il 14 luglio.  Un camion ha travolto la folla sul lungomare pedonale – la Promenade des Anglais – gremito per i fuochi d’artificio. Le vittime – secondo un bilancio provvisorio – sono almeno 84 ma ci sono 18 feriti in condizioni gravissime. Alla guida del mezzo c’era un uomo franco-tunisino, 31enne, residente a Nizza, ma nato nel paese nordafricano, ucciso dalle forze dell’ordine.

Migrantes: “Nuova strage degli innocenti”. “A Nizza, città dove numerosa è anche la comunità italiana,  abbiamo assistito a una nuova strage degli innocenti, di civili che sono vittime del terrorismo, ma anche di ‘una guerra a pezzi’ che tocca anche le nostre città”, è il commento di mons.Perego, direttore della Fondazione Migrantes. “Una strage condannata dalla Chiesa cattolica francese e dal Consiglio musulmano francese come un ‘barbaro attacco’ e che chiede di intensificare un dialogo in atto, fatto di gesti concreti che purtroppo troppo poco trovano spazio nelle pagine dei giornali, dove si tende – gravissimo errore – a coniugare superficialmente terrorismo e islamismo. Una strage che ancora una volta  segnala la mancata integrazione di un giovane franco-tunisino di seconda generazione, un giovane che tra i tanti che anche in Francia nè studiano né lavorano: un tema sociale e culturale non solo francese, ma europeo. Una strage che pone il problema della facilità e della crescita  della vendita delle armi nelle case, nelle famiglie, nelle città (+ 14%). Venerdì nelle moschee di Francia si pregherà per questi morti, come domenica nelle nostre chiese: un gesto fraterno di condivisione del dolore e dell’impegno per vincere l’odio”.

La preghiera dei Frati Minori di Assisi. “Una preghiera per “Nizza, per la Francia, per l’Europa intera” arriva dalla Porziuncola di San Francesco in Santa Maria degli Angeli, dalla provincia Serafica dei Frati Minori e dai monasteri delle Clarisse. “Imploriamo misericordia e pace, per i vivi e per i defunti, con l’auspicio che i responsabili della cosa pubblica possano comprendere l’oggettiva gravità della situazione e operino perché abbia fine questa ‘strage’ di innocenti”. P. Antonio Lanzi, che da anni vive e opera nei due quartieri della città di Nizza, Cimiez e Vallon des Fleurs, e a Falicon, paese dell’entroterra nizzardo, risponde così al ministro provinciale, p. Claudio Durighetto, che li ha contattati in seguito ai fatti di questa notte: “Chiediamo la preghiera per la Francia e ora anche per la nostra città ferita dall’odio e dalla violenza che, in qualsiasi momento (ne parliamo spesso) sentiamo molto vicino e che può arrivare anche al nostro Monastère.Noi continuiamo a servire il Signore qui, dove ci ha messi, nella calma serena e nella pace fiduciosa di Cristo risorto, già vittorioso su tutto il male del mondo. Certo sarà difficile fare l’omelia in questi giorni tenuto conto che questo problema, molto franco-francese, innesta ancora di più un conflitto sociale già tesissimo qui in Francia e ormai insopportabile.Ora preghiamo per le vittime, e la pietà per i morti innocenti ci fa vedere che Cristo consolerà il suo popolo tanta é la sete di ricerca e di speranza in questo Paese per trovare di nuovo il cammino della pace e della Fede”.

La Tavola della pace: “Tutti al servizio della pace”. “Penso ai corpi straziati, alle urla dei feriti, alla disperazione dei familiari, degli amici, di chi si è salvato e provo un dolore è immenso. Lo sento a fior di pelle. Il cuore si stringe, si fa piccolo piccolo ma gonfio di tristezza”, scrive Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. “Eppure non abbiamo il diritto di essere ammutoliti. La condanna della tragedia e la solidarietà con le vittime è credibile solo se è seguita da un’azione, dall’assunzione di responsabilità. Vincere il terrorismo è una sfida particolarmente difficile, che può essere vinta solo con l’impegno di tutti. Tutti abbiamo il potere di fare qualcosa. Non permettiamo che la violenza ammutolisca il nostro cuore. Non permettiamo che la violenza generi altra violenza. Non permettiamo che la follia alimenti l’intolleranza, la paura dell’altro, il razzismo, l’islamofobia, la radicalizzazione, la chiusura, l’isolamento, la cattiveria. Non minimizziamo quello che è accaduto invocando, come sempre, un rapido ritorno alla normalità. La situazione è eccezionalmente grave. Dobbiamo reagire interrogando noi stessi e ripensando il nostro modo di vivere, di fare società, di guardare al mondo. Una ‘normalità’ in cui tutti i giorni si fanno stragi di vite umane è uno schifo che non possiamo accettare. Dietro a queste violenze, e a tutte quelle a cui spesso non prestiamo la giusta attenzione, ci sono molte cause e molte responsabilità. E’ tempo che ciascuno faccia i conti con le proprie responsabilità e si impegni a creare pace facendo venire meno le cause di queste violenze. Tutti ci dobbiamo mettere al servizio della pace e della costruzione di una società della pace e della fraternità. Cerchiamo di capire cosa possiamo fare, come fare. Aiutaci ad aprire un grande dialogo sulla violenza e sulle tante guerre che continuano a terrorizzare il mondo, su come fare a fermarle, come impedirne di nuove, come soccorrere e proteggere le vittime.
E il 9 ottobre 2016 organizziamo assieme una grande Marcia della Pace e della Fraternità. Da Perugia ad Assisi. Quando persone motivate si uniscono, anche un piccolo gesto può avere un grande effetto”.

Sant’Egidio: “Solidarietà e vicinanza al popolo francese”
. La Comunità di Sant’Egidio si unisce al dolore del popolo francese di fronte al gravissimo attentato che ha colpito ieri sera la città di Nizza. “La morte di così tante vittime innocenti, tra cui molti bambini, obbliga tutti a fermarci manifestando solidarietà e vicinanza, raccoglimento e preghiera in memoria di chi ha perso la vita per una logica di violenza insensata, che ha l’obiettivo di minare alle radici il vivere insieme – afferma l’associazione -. Di fronte al terrore che colpisce nuovamente l’Europa, le Comunità di Sant’Egidio, ovunque nel mondo, sentono la necessità di intensificare il loro lavoro per difendere la vita degli innocenti e dei più deboli. Sentiamo, in particolare, l’urgenza di arrestare le troppe guerre che, in Medio Oriente e in Africa, sono all’origine di tensioni e conflitti che non possono più essere considerati locali e lontani, ma si fanno drammaticamente vicini interessando tutte le nostre società”.

Co-mai: “Dolore profondo degli arabi e musulmani d’Italia. #Siamotuttifrancesi!”. “Il nostro dolore si unisce a quello dei francesi. Il Mondo Arabo piange assieme ai familiari delle vittime del massacro di Nizza. #Siamotuttifrancesi!” – commenta Foad Aodi, focal point in Italia per l’integrazione per l’Alleanza delle Civiltà (UNAoC) e presidente delle Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) -. Tutti gli arabi e i musulmani d’Italia condannano  con fermezza questi atti disumani che minacciano la vita di tutti i cittadini del mondo senza distinzione tra cristiani, musulmani ebrei o atei. Ci vuole la massima collaborazione da parte dei Governi per spezzare l’azione distruttiva del Daesh e dei suoi lupi solitari che sono i nostri nemici principali, i nemici  della libertà, della democrazia”.
“Solo con il coinvolgimento delle associazioni e delle Comunità straniere, arabe e musulmane incluse, possiamo ottenere dei risultati e intensificare al tempo stesso la prevenzione e la sicurezza internazionale – conclude -. Perché oggi tutti i nostri figli, italiani, stranieri, arabi e musulmani sono a rischio. Tra l’altro, in circostanze come queste, il pregiudizio nei confronti del mondo musulmano non fa che aggravare l’azione di chi dissemina il terrore che – ripeto e non mi stanco di ripeterlo – non ha niente a che vedere con il vero Islam”.

Arci: “Profondo cordoglio per le vittime”.  “In queste ore ci sentiamo senza parole e quasi impotenti di fronte a queste stragi che stanno attraversando tutto il mondo”, dichiara Francesca CHiavacci, presindente dell’Arci. “E però  l’intelligenza deve vincere sulla paura, come ha dichiarato un membro della diplomazia francese. Questo significa una strategia completamente diversa dell’Europa verso il Medio Oriente e il Nord Africa. Significa adottare una politica di pace ostinata e contraria al facile ricorso delle armi, il blocco di ogni vendita di materiale bellico a paesi complici dell’Isis, la fine della logica post coloniale dello sfruttamento delle risorse di quell’area del mondo , significa non cadere nella provocazione – che fa il gioco dell’Isis – del racconto di un presunto “scontro tra civiltà e religioni”, adottare politiche di accoglienza nei confronti dei migranti. E certamente non servono politiche di sicurezza e di limitazione della circolazione all’interno dell’Europa, che rischiano di colpire tutti i cittadini nell’esercizio dei propri diritti di libertà, alimentando un clima di tensione e diffidenza. Questa è la prova cui siamo chiamati, se non vogliamo continuare a piangere su altro sangue versato”.

L’appello del Centro Astalli. Il Centro Astalli profondamente addolorato, esprime “cordoglio e solidarietà” ai familiari delle vittime e alla comunità sconvolta dall’ennesimo attentato terroristico ai danni della popolazione civile.
“Continua ad allungarsi la scia di sangue. Si aggiungono morti ai morti. Il mondo è attraversato da odio e terrore – afferma il Centro Astalli -. Oggi, più di ieri, siamo chiamati a metterci in gioco per lenire le ferite di una Terra martoriata e colpita. Il contributo di ciascuno sia indirizzato alla costruzione di una pace che sia tangibile e visibile nelle nostre scuole, nelle nostre comunità, nelle nostre vite”.

“Oggi tocchiamo con mano la consistenza del dolore e della paura – conclude -. L’unica alternativa possibile è costruire concretamente la pace”. L’appello del Centro Astalli a chi ricopre ruoli di responsabilità politica e di informazione, in un momento in cui è estremamente complicato trovare le parole, è di “non abusare di linguaggi che generino nella società civile risentimento e paura. Agevoliamo la comprensione della complessità dei fatti creando un clima di riflessione in cui sia possibile innescare processi di pace e solidarietà”.

Da redattoresociale


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