Gli “icidi” si propagano

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Femminicidi, gayicidi, migranticidi, ereticidi. La morte diventa estensione estrema del rigetto. Un approccio perverso fondato sul ritiro di valore.  Ovvero, non riconosco la tua dignità e quindi non meriti l’incolumità. Il conformismo è l’ideologia violenta dell’unico modello. Che chiede ai suoi seguaci di vilipedere  – in senso latino “valutare nulla” – le minoranze che lo rifiutano, isolarle e lasciarle in balia dei violenti. Il conformismo non uccide, ma espone alla morte. Così, diventa  il mandante morale degli omicidi. Il conformista è allarmato dall’atipico, che mette in discussione il suo precario equilibrio esecutivo. Dove c’è chi è deputato a decidere le regole e chi ad eseguirle. Guai a chi vuole assumere in sé entrambi i ruoli e divenire autonomo, nel senso etimologico di darsi da solo le proprie leggi.

Le stragi – come il massacro dei gay americani – sono sempre atti di annientamento di minoranze di diversi. Oltre all’orrore, cerchiamo di capire quanto conformismo c’è in noi. Perché là c’è il potenziale di violenza che non sospetteremmo mai di covare.

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