Regeni. Giunti i tabulati dall’Egitto

0 0

Una petizione per dichiarare lo stato egiziano Paese non sicuro

ROMA – Si continua a lavorare sul caso Regeni, anche se il clima è quello della diffidenza nei confronti dell’Egitto, considerato la recente censura imposta dal ministero egiziano. Nel frattempo  la procura generale del Cairo ha consegnato ai nostri investigatori una parte dei tabulati telefonici che aveva richiesto la magistratura italiana. Il materiale consegnato rappresenta per i nostri investigatori materia di indagine che potrebbe aiutare nel lavoro che si sta ormai facendo dal 3 febbraio scorso, quando fu ritrovato il corpo di Regeni, scomparso il 25 gennaio al Cairo.

Inoltre è prevista una nuova missione degli agenti del Ros e Sco che incontreranno gli investigatori egiziani per discutere dei progressi fatti per accertare la verità sulla morte del ricercatore italiano. L”incontro avverrà in tempi brevi, e gli investigatori italiani saranno incaricati a prendere contatti con le autorità egiziane per poi riferire alla procura quanto emerso dagli accertamenti.   Tra i vari accertamenti richiesti dalla procura, vi figurano quelli per capire se ci siano stati accessi abusivi nell”account email di Regeni.

Intanto continuano a salire le firme dela petizione lanciata dal senatore Luigi Manconi rivolta all’Alto  rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea Federica  Mogherini per dichiarare l’Egitto “paese non sicuro” in nome di Giulio Regeni. “Giulio incarnava il sogno dei padri fondatori dell’Europa, il miglior risultato di quelle politiche di scambio culturale e integrazione su cui abbiamo puntato alcuni decenni fa e che tanto profondamente hanno cambiato le nuove generazioni del continente”, scrive Manconi.

“Proprio per difendere questo pezzo fondamentale della nostra identità europea, l’uccisione di Regeni non può che portarci a chiedere di dichiarare l’Egitto Paese non sicuro”, continua, “non lo è stato per Giulio e non lo è per migliaia di anonimi egiziani della cui sorte mai sapremo”.

“Solo negli ultimi otto mesi vi sono state 735 sparizioni e di circa 500 di queste persone non si hanno più notizie”, aggiunge il senatore,che invita a sostenere il suo appello rivolto a Federica Mogherini “alfine di dichiarare l’Egitto paese in questo momento non sicuro, e invitare i cittadini europei a non recarvisi”.

Da dazebao


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21