Le unioni civili sono legge dello stato. Esulta la maggioranza. Critiche dal mondo Lgbt, insoddisfatto del compromesso

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La Camera ha approvato la legge sulle unioni civili con 372 voti a favore. Oltre a quelli della maggioranza si sono aggiunti i voti di Sinistra italiana e di qualche esponente liberale di Forza Italia. Matteo Renzi festeggia: “L’Italia compie un passo in avanti – dice il premier -. Era un giorno molto atteso. Naturalmente ci sono le polemiche di quelli che avrebbero voluto di più, di quelli che avrebbero voluto di meno, ma c’è una gioia molto forte, molto diffusa di coloro che finalmente vedono riconoscere diritti alle coppie omosessuali”. Il governo ha deciso di mettere la questione di fiducia, votata nella prima parte della giornata, e approvata con 369 voti a favore, decisione che ha suscitato l’indignazione delle opposizioni ma anche della Cei e delle associazioni del Family day. Ma per Renzi era necessaria perché “non erano possibili ulteriori ritardi dopo anni di tentativi falliti. Lo facciamo con umiltà e coraggio. Ma lo facciamo adesso perché in Italia non è più possibile continuare a rinviare tutto”. Renzi ha messo anche un punto sulla polemica scoppiata ieri per le dichiarazioni di Alfio Marchini, il candidato di centrodestra a sindaco di Roma aveva annunciato che non avrebbe mai celebrato unioni civili tra persone dello stesso sesso e il leader della Lega, Matteo Salvini, ha invitato i sindaci del Carroccio a “disobbedire”: “Nessuno ha il diritto di disapplicare la legge – ha spiegato il premier – persino il magistrato si ferma davanti alla legge. Se non vorrà celebrare le unioni civili lo farà qualcun altro, potrà decidere di non farlo lui, ma il Comune ha l’obbligo di farlo”.

Esultano tutti: il Pd, gli alfaniani, perfino Verdini

Polemiche a parte è dal Pd che sono arrivati i commenti più numerosi e più entusiasti per il “risultato storico” raggiunto oggi. Dal ministro Maria Elena Boschi che si è presentata nell’Aula della Camera con una coccarda arcobaleno, come tanti deputati dem: “Una bellissima giornata per tutti gli italiani e le italiane”, è stato il suo primo cinguettio subito dopo il voto finale, accompagnato dall’hashtag #promessamantenuta. Ma anche Area popolare ha avuto modo di rivendicare che grazie al suo contributo si sono evitate le adozioni e l’equiparazione al matrimonio: “Grazie a noi non si parla più di matrimonio ma di un istituto diverso che è quello delle unioni civili, né di adozioni né di stepchild adoption. Non c’è nessun riferimento all’articolo 29 della Costituzione ma solo all’articolo 3 relativo ai diritti individuali”, ha ricordato la portavoce di Ncd, Valentina Castaldini. Insoddisfatti invece i 5 stelle, che in Aula si sono astenuti e secondo i quali la legge è “inaccettabile” soprattutto per il capitolo che riguarda le convivenze: “due persone che convivono senza sposarsi, hanno l’obbligo degli alimenti: è incredibile”, ha detto Alfonso Bonafede. Per il ministro della Giustizia, Andrea Orlando si tratta di “una conquista storica per i diritti civili nel nostro Paese. La nuova legge colma un lungo e colpevole vuoto legislativo che ha reso più difficile la vita di tanti cittadini italiani. Risponde a significative obiezioni che ci erano state imposte dalla corte di Strasburgo, ma soprattutto assegna diritti e doveri alle coppie omosessuali che decidono di costruire un futuro comune”. Subito dopo il voto il Pd è uscito in piazza Montecitorio per festeggiare, in testa il ministro Maria Elena Boschi e la senatrice Monica Cirrinà insieme alle associazioni Lgbt che hanno atteso tutto il pomeriggio. C’erano anche il vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini, e il capogruppo Ettore Rosato. E alla fine festa alla fontana di Trevi che per l’occasione si è “colorata” di arcobaleno.

Le reazioni di Nichi Vendola e di Nicola Fratoianni

“Grazie a coloro che in tanti non si sono mai arresi nel difendere la propria dignità rivendicando i diritti per tutti e per tutte contro l’oscurantismo”. Lo scrive su twitter Nichi Vendola. “Ora – prosegue Vendola in un altro tweet – dopo legge sulle unioni civili, Parlamento e governo abbiano il coraggio di fare legge contro l’omofobia, vergognosamente ferma al Senato dal 19 settembre 2013”.

“Noi oggi non daremo la fiducia a questo governo, perché non se la merita”, ha scritto in una nota il coordinatore di Sel e Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. “Un governo che peraltro non ha la fiducia degli italiani. Tuttavia diremo Si alla legge sulle unioni civili perche’ in questo Paese ci sono persone, storie,  vite, affetti che da troppo tempo aspettano di vedere riconosciuti i loro diritti”. Per Fratoianni, la legge “è un passo in avanti, certo non quello sufficiente che sarebbe stato necessario  perché a questo governo è mancato il coraggio, e ci sono ancora troppi elementi di insopportabile discriminazione sui diritti civili. Ora chiediamo che questa legge venga applicata e non ci siano rallentamenti. Quei rallentamenti insopportabili che vediamo applicati ad un’altra legge, quella contro l’omofobia, che è scomparsa in qualche cassetto del Senato. E’ ora di tirarla fuori e di  far concludere l’iter legislativo.
Noi continueremo ed intensificheremo questa battaglia di civiltà”.

Il presidente del circolo Mario Mieli: “la legge ci considera ancora cittadini di serie B”

“Riconosciamo il passo avanti compiuto oggi, ma non siamo pienamente soddisfatti delle legge sulleunioni civili che ci lascia dell’amaro in bocca”. E’ questo il commento di Mario Colamarino, Presidente del Circolo Mario Mieli al provvedimento approvato oggi. Secondo Colamarino, “aver stralciato la stepchild adoption ha creato un solco profondo fra l’opportunità politica e una realtà con cui la comunità Lgbt convive ormai da anni. Certamente, oggi nasce una legge che sancisce diritti e doveri derivanti dall’unione civile e che riconosce la rilevanza sociale delle coppie lesbiche e gay, ma l’imprescindibile percorso di uguaglianza resta incompiuto, perché ancora una volta le persone omosessuali e lesbiche vengono considerate cittadine e cittadini con minore dignità sociale, a tal punto che la legge stessa non parla di matrimonio e famiglia ma di ‘specifica formazione sociale’. E’ evidente quindi – ha concluso il presidente del Circolo Mieli – che la battaglia non finisce oggi, ma continuera’ dritta verso il matrimonio egualitario, come verso il riconoscimento dalla nascita dei figli delle coppie omosessuali e le adozioni”.

Da jobsnews


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