Lo strano arresto della mente degli attentati di Bruxelles

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Guardare come avviene in questi giorni, in cui si parla molto degli ultimi attentati dell’IS a Bruxelles dopo gli altri, avvenuti nei mesi scorsi in altre città europee, (e mentre molti italiani si aspettano che arrivino da un momento all’altro anche a Roma o a Venezia) l’arresto, avvenuto appunto nella città belga dove hanno sede il parlamento europeo e la Commissione di Jean Claude Juncker ,del terrorista islamista Salah Abdeslam ha qualcosa di strano o addirittura di assurdo.

Al minuto 3,56 dell’arresto c’è un folto gruppo di teste di cuoio con le armi brandite che si apposta alla porta di una palazzina. Un dirigente grida di arrendersi a quelli dentro:” E’ la polizia federale… Uscite dalla porta principale. “La tensione è massima,i terroristi sono asserragliati e potenzialmente armati” dice il reporter. Poi uno esce ,letteralmente a pochi centimetri dalle teste di cuoio e si mette a scappare lungo il marciapiede. Ha un berretto bianco floscio. Gli armati gli sparano da pochi metri e in apparenza lo feriscono a una gamba. Ma è proprio e Salah Abdeslam  quel personaggio  dal berretto bianco? Ha il volto praticamente  coperto e viene fatto salire in auto nascondendone il corpo.  Il ferito, a quanto pare molto lievemente perchè non sanguina perde qualcosa dai pantaloni.Un foglio di carta o qualcosa di più rigido?

Gli agenti dicono successivamente di non aver trovato il reperto,un ‘altra perla della “leggendaria polizia belga”. Salah ora è in isolamento “totale” nel carcere di Bruge lo fende l’avvocato Sven Mary che riferisce che l’ex terrorista “collabora”,”sta confessando”. L’avvocato è figlio di un grosso imprenditore fiammingo Tony Mary, nonchè massone del Gran Orient de Belgique di Montpellier. Suo zio  Waerd Adraens è stato direttore del Museo ebraico della Deportazione  a Mekhelen dove c’era un campo di transito per i deportati. Insomma il suo difensore è l’esponente di una famiglia e braica nota in quella provincia francese e la moglie dell’avvocato Mary,Nathalie Buisseret anche lei legale e socia nel suo studio,era stata avvertita da un parente della famiglia Albdeslam che i due fratelli Ibrahim e E Salah “erano completamente radicalizzati e meditavano di andare in Sirai e lei ne aveva avvertito i colleghi dell’antiterrorismo l’11 luglio del 2014,sedici mesi prima degli attentati di Parigi. Peccato che l’antiterrorismo avesse trascurato l’informazione.


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