Casaleggio jr, leader non votato

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Mosse, contromosse, posizionamenti e riposizionamenti. Nel M5S si è aperto ufficialmente il dopo Casaleggio, è in gioco la costruzione della nuova leadership dopo la morte del cofondatore dei cinquestelle. Beppe Grillo, dopo il “passo di lato” realizzato nei mesi scorsi, tornerà ad un impegno forte.

Il vuoto politico lasciato nel M5S da Gianroberto Casaleggio si sta riempiendo. Luigi Di Maio scalda i muscoli per Palazzo Chigi: alle prossime elezioni «ci presenteremo con una squadra di ministri e un candidato presidente del Consiglio». Non è tutto. Il giovane componente del direttorio cinquestelle e vice presidente della Camera ha avvertito: «Però non c’è un leader perché questo Movimento sta puntando all’autogoverno, attraverso strumenti di democrazia diretta e partecipata». Di Maio non fa mistero di pensare a se stesso per sostituire Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Qualche giorno fa ha annunciato al Tg1: «Probabilmente ci saranno le elezioni politiche nel 2017, e quindi, le votazioni per decidere il candidato leader: se si dovesse decidere che sono io, sono pronto a prendermi la responsabilità».

Tutto è in movimento. Per la leadership dei pentastellati è in campo anche Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto. Stamattina, negli uffici di Milano della Casaleggio Associati s.r.l., ha ricevuto Virginia Raggi, la candidata dei cinquestelle nelle elezioni di giugno a sindaco di Roma. L’avvocatessa Raggi, molto quotata a divenire prima cittadina della capitale, ha precisato prima dell’incontro: «Siamo qui per parlare di campagna elettorale. Adesso il nostro imperativo, ancora di più, è vincere per Gianroberto».

Casaleggio junior segue le orme del padre, scomparso pochi giorni fa ad appena 61 anni di età. Il cofondatore del M5S teneva da anni vertici con il fondatore Beppe Grillo e il direttorio del Movimento alla Casaleggio Associati, la sua azienda di consulenza di strategie sulla Rete. Le riunioni servivano a mettere a punto le più importanti decisioni politiche, elettorali e parlamentari dei cinquestelle. Davide, specialista dell’informatica come il padre, da tempo lavorava al suo fianco.

Figlio e padre sono molto simili. Tutti e due sono personaggi molto riservati, entrambi maghi di internet e delle carte da giocare nella Rete, per trasformare la comunicazione digitale in vincenti strategie politiche. La “democrazia della Rete”, teorizzata e realizzata da Gianroberto, ha mobilitato i militanti e gli elettori del M5S dietro il suo amico comico Grillo, fino al trionfo elettorale del 25% dei voti ottenuti nelle elezioni del 2013. L’incontro di oggi tra Davide e la Raggi sulle strategie per vincere a Roma, città devastata dalla corruzione di Mafia Capitale, è simbolico di un passaggio di testimone politico tra padre e figlio. Se il M5S dovesse vincere a Roma, la metropoli più importante d’Italia, la città nella quale il Pd di Renzi ha sfiduciato il suo sindaco Ignazio Marino, otterrebbe le credenziali anche per un successo alle elezioni politiche, per il governo nazionale.

Probabilmente il colloquio con la Raggi sarà solo il primo passo. Casaleggio jr nei prossimi giorni dovrebbe vedere anche Grillo, il direttorio e i parlamentari cinquestelle, oggi impegnati in una riunione a Roma post referendum anti trivelle petrolifere (il quorum non c’è stato e i pozzi continueranno ad estrarre petrolio e gas). Ci sono da prendere importanti decisioni in vista del referendum sulla riforma costituzionale del governo, previsto ad ottobre. Il presidente del Consiglio e segretario del Pd  ci «si gioca tutto». Renzi è sicuro di spuntarla, ma ha avvertito: se vincerà il no «andrò a casa».

Sulle candidature elettorali, le grandi scelte, le molte espulsioni dei dissidenti, in genere i militanti hanno votato su internet perché “uno vale uno” e “non ci sono capi”. Si vedranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi le capacità e il valore di Davide. Si vedrà se lui stesso si sottoporrà ad una verifica democratica tra i militanti, se si voterà nella Rete sul suo ruolo politico. Per ora un voto sul passaggio di consegne tra padre e figlio non c’è stato. Davide al funerale del padre ha detto: «Chi condivideva il suo sogno lo persegua fino alla fine, senza mollare mai. Ciao, papà».

Sulla leadership di Grillo e Casaleggio senior i pentastellati non hanno mai votato, perché ha prevalso la carica carismatica dei due inventori del M5S: la guida realizzata dal tandem inedito, un creativo informatico e un geniale comico, si è imposta per l’autorevolezza e per gli enormi successi politici. Grillo e Casaleggio hanno saputo interpretare e cavalcare la protesta sociale e la voglia di rivolta anti sistema del ceto medio precarizzato contro l’establishment italiano ed europeo. Nel M5S via web si è votato praticamente su tutto e su tutti, ma non su Grillo e Casaleggio. E nessuno ha mai chiesto un pronunciamento nelle “urne in Rete”  sul fondatore e il cofondatore.  Ma non è detto che andrà finire così anche per Casaleggio junior anche se, per ora, non si parla di un “responso digitale”.


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