Il Vulcano e la sua musica, cronache di 40 anni di incontri musicali

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Giovedi al PAN di Napoli presentazione del libro “ A noi ci piaceva o’ blues” 

di Giulio Gargia

Antonio Tricomi e Giorgio Verdelli, quelli che sono stati sfiorati dalla storia e non se n’erano accorti.  Questo potrebbe essere il sottotitolo di “A noi ci piaceva o’ blues” , il libro edito da Webnotte che sarà presentato domani sera, giovedì 14 gennaio, alle 17 al PAN , in via dei Mille 60 a Napoli, nel corso di un pomeriggio pieno di eventi e di ospiti. Istituzioni in prima fila, a partire dal sindaco Luigi De Magistris e dall’assessore alla Cultura, Nino Daniele, per ricordare un percorso che rende unica la città. Per poi cedere opportunamente il passo alla musica vera e non più narrata , ovvero alle performance di Lino Vairetti e Patrizio Trampetti che riassumeranno simbolicamente gli ultimi 40 anni di musica prodotta sotto il vulcano. Perchè è di questo che parla il libro di Tricomi e Verdelli : un diario in prima persona di tutto quello di significativo che è successo da Fuorigrotta a Memphis, dai primi anni Settanta ad oggi, e che sia attribuibile a un napoletano, vero o presunto.

Una narrazione che, attraverso personaggi reali e altri di fantasia, incrocia alcuni degli eventi clou che hanno segnato la vita della citta’ negli ultimi decenni: la visita di Andy Warhol nel 1980, il concerto dei Rolling Stones nell’82 e quello di Bruce Springsteen nel 2013. Ma anche il trauma del terremoto dell’80, che precede di due settimane l’uccisione di John Lennon a New York. Fino ai funerali di Pino Daniele in piazza Plebiscito, nel gennaio 2015.

Il libro si avvale della prefazione di Maurizio de Giovanni e di testi firmati Enzo Avitabile, Luigi Caramiello, Gianfranco Coci, Enzo Decaro, Tony Esposito, Peppe Lanzetta, Dino Luglio, Mario Martone, Francesco Patierno, Sandro Rutolo, Daniele Sanzone, Patrizio Trampetti, Graziano Uliani, Lino Vairetti e Claudio Velardi. Ricco il comparto fotografico, foto in bianco e nero quasi tutte inedite firmate Teta Pitteri e Lino Vairetti.

Insomma, alla fine, la sensazione è gli autori sembrano essersi fatto un “ selfie ” in bianco e nero con la storia di 40 anni di musica che già oggi possiamo dire indimenticabili. Un tempo in cui è stato bello esserci.


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