Ripensare il servizio civile? Sempre più universale, “ma su base volontaria”

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Dopo la proposta leghista di un servizio civile e militare obbligatorio, il sottosegretario Bobba ha ricordato che il settore è oggetto di riforma da parte del Governo. Palazzini (Cnesc): “Le energie dei giovani si valorizzano di più con il coinvolgimento per scelta che per obbligo”

 

ROMA – Lo scorso 28 luglio il leader della Lega Nord Matteo Salvini ha segnalato via Facebook  la presentazione di una “una proposta di legge per reintrodurre il servizio civile e militare obbligatorio per i maggiorenni”. “Rispetto per il prossimo, spirito di sacrificio, generosità”, aggiungeva il leader leghista, aprendo un dibattito soprattutto a sinistra che ha visto finora gli interventi su “Repubblica” di Michele Serra e della professoressa Nadia Urbinati.

Ieri un ulteriore intervento con una lettera a Repubblica del Sottosegretario al Lavoro con delega al servizio civile, on. Luigi Bobba, che ha sottolineato come “il Governo ha avviato una complessa riforma del Terzo Settore, proprio per assicurare alle formazioni sociali che esprimono in tanti modi diversi le dimensioni della solidarietà, della cultura comunitaria e dell’esercizio della cittadinanza responsabile, un impianto di legislazione moderno e coerente con il principio costituzionale contenuto nell’art. 118. Anche il servizio civile è oggetto di questa riforma. L’intento è quello di ampliare il servizio civile fino a renderlo ‘universale’ , cioè aperto ad accogliere tutti i giovani che liberamente vorranno impegnarsi, superando i vincoli di bilancio che finora hanno impedito di realizzare l’obiettivo che il premier Renzi ha infatti indicato per il 2017: ingaggiare circa 100 mila giovani, ovvero una quota pari a circa un quinto di una generazione”.

Rimaniamo anche noi convinti, sulla base dell’esperienza di questi anni, che il servizio civile per il nostro Paese sia più positivo su base volontaria. Infatti le energie dei giovani si valorizzano di più con il coinvolgimento per scelta che per obbligo.”, ci dice Licio Palazzini, presidente della CNESC-Conferenza nazionale enti di servizio civile, a proposito della proposta leghista come di altre proposte simili. Infatti già in passato si è parlato più volte di istituire un servizio civile obbligatorio, anche da parte del Presidente del Consiglio Renzi e dello stesso Sottosegretario Bobba che hanno sostenuto più volte questa idea. “Detta la nostra valutazione, se comunque ci fosse la volontà politica, il consenso sociale e le notevoli risorse finanziarie, come organizzazioni sociali crediamo che per quella prospettiva serva un percorso di lungo periodo. In concreto occorre subito rafforzare il servizio civile nazionale già nella prossima legge di Stabilità, confermando se non ampliando i 50 mila avvii all’anno, per poi passare alla riforma con l’attuazione del Servizio civile universale”.
“E se fra 10 anni – prosegue Palazzini, che è anche presidente di Arci Servizio Civile – si valutasse che la risposta dei giovani è stata ampia e positiva, l’offerta di impieghi qualificati è evidente, diventerebbe plausibile per chi lo ritiene un qualche obbligo.”. In questo senso il presidente della CNESC valuta positivamente il commento del Sottosegretario Bobba a richiamare il percorso di riforma in corso del servizio civile, “lo consideriamo il segnale di un impegno a sostenere questa esperienza che sarà verificato già in autunno nella Legge di Stabilità”.

Palazzini infine non ci commenta nello specifico la proposta leghista, “anche perché il testo definitivo ancora non è noto”, ma segnala con soddisfazione che nei documenti che sono circolati “si riprendono alcune formulazione avanzate dalla CNESC. Siamo contenti di aver seminato”.
“Tuttavia, riprendendo alcuni condivisibili distinguo della professoressa Urbinati sui fondamenti culturali e valoriali della proposta, è essenziale nel servizio civile un equilibrio fra azione di diritti e adempimenti di doveri. Entrambi individuali e collettivi. Veniamo invece da una storia secolare ove nell’obbligo solo i doveri hanno avuto spazio e il tempo in cui viviamo ritorna ad essere ricco di questi approcci autoritari. Per questo siamo sostenitori di un servizio civile per tutti coloro che chiedono di parteciparvi, costruito con il coinvolgimento delle formazioni sociali e dei livelli istituzionali della Repubblica, anche se con una gestione affidata ad un organo statale, che in tal modo innova il modo stesso di difendere la Patria”. (FSp)

Da redattoresociale


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