Il realismo dei potenti, la fantasia dell’insegnate

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Dopo i temporali estivi, torna il sereno. Bagno di folla per Angela Merkel all’Expo, pochi fischi molti applausi. Matteo Renzi si prende il merito del rigore: “fammi controllare lo spread!”. Angela promuove l’allievo che ha fatto i compiti: “very good” e, quanto all’immigrazione, parla di “Emergenza europea” ,Repubblica. Viva! Ma che vuol dire? La Germania è alle prese con 600mila richieste d’asilo: probabile che il “si muova l’Unione”, della Merkel, preveda anche la richiesta di identificare tutti i migranti che sbarcano in Italia, invece di lasciarne passare la maggior parte verso il nord dell’Europa. E quanto alla flessibilità sulle regole di bilancio, a quanto ammonta? La stampa azzarda: “il governo chiederà a Bruxelles uno sconto da 5 miliardi”. Non è poco, ma per far ripartire la locomotiva ci vorrebbe altro, servirebbero investimenti robusti. Tanto più che dopo i guai della Cina arrivano quelli del Giappone -0,4%, e, in Europa, quelli della Finlandia (score identico) e della Francia (crescita zero), oltre che dell’Italia e della stessa Germania
Il Sole24Ore riesuma allora il piano Junker e prevede: “due miliardi per l’Italia”. Non è niente, ma è poco. Che possiamo farci? I giornali non vedono alternativa, così il Corriere si accontenta degli elogi:  “Merkel: bene l’Italia”. Anche se  Giannelli fa dire alla Cancelliera “Tu (Renzi) sarai de Gasperi, ma io non sono Marshall”. Niente piani straordinari, l’Italia si accontenti di un po’ di flessibilità. Meglio di niente per Dario Di Vico, il quale spiega che al premier l’appoggio della Merkel “serve per tentare di ottenere in sede Ue quella flessibilità di bilancio necessaria per inserire nella legge di Stabilità quegli obiettivi di politica economica che reputa indispensabili”. Un giorno dopo l’altro. Però ora sappiamo chi in Europa dia le carte e chi abbia deciso di camminargli dietro. In nome del realismo, o della mancanza di una visione.

Uniti contro l’Isis in Libia, scrive la Stampa. In attesa -così scrivono- di diventare il dominus unico dei telegiornali della Rai, Mario Calabresi cerca di evitare le secche del gufismo e del trionfalismo. Così esalta la sintonia tra Europa e Stati Uniti affinchè si faccia presto qualcosa in Libia. Cosa?n Accordo fra le maggiori tribù e poi truppe ONU per mantenere la pace. O intervento subito (guerra) della coalizione anti Isis. L’italia avrebbe un ruolo chiave. Che vi devo dire? Incrociamo le dita. Se fossi ancora a Rainews24, proverei a sentire generali in servizio e della riserva. Perchè sui giornali la guerra sembra spesso un pranzo di gala.

Marcella Raiola è un insegnante di latino e greco. Precaria da 13 anni, si è rifiutata di chiedere il contratto stabile in forza della legge Renzi Giannini. Mi hanno accusata -scrive a Repubblica- di “sputare in faccia al po- sto” per difendere il privilegio di lavorare “sotto casa”. Non è così. Rocorda come la legge preveda un “personale jolly e onnipresente, che il dirigente onnipotente utilizza a piacimento”. Si rischia di non insegnare le proprie materie e di dover chiedere, dopo 3 anni, il trasferimento “con tanti saluti alla continuità”. Definisce “il piano di assunzioni del governo, un gigantesco taglio mascherato”, un modo per eludere la sentenza della Corte Europea sulla assunzione dei precari. E si chiede e chiede: “perché non posso insegnare le mie materie nelle scuole in cui lavoro da 13 anni e in cui ci sono classi da 34 alunni?” “Perché chi ha punteggi altissimi deve finire a Pordenone mentre chi è in fondo alle graduatorie potrà coprire le cattedre su cui i deportandi lavorano continuativamente da anni?” Infine conclude. “Faccio un appello a tutti i lavoratori: invece di dilaniarci, facciamo in modo che il lavoro non sia percepito o elargito come un favore, perché è un diritto costituzionale. Difendiamo la dignità del lavoro e la Scuola pubblica, che è di tutti e per tutti”. Non potrebbe dirsi meglio.

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