Non tutte le democrazie sono uguali

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Di Sandra Bonsanti
Parliamo ancora di libertà e di democrazia. All’indomani del referendum greco, non solo di difficilissimi problemi di strategie sul debito e il futuro della Grecia si discute (e ci si divide), ma anche di qualità delle democrazie. Sono tutte uguali, come vorrebbe Juncker, presidente della commissione? Oppure in questi giorni è possibile misurare differenze fra una e l’altra e magari anche imparare qualcosa? Un importante oggetto di riflessione potrebbe venire da una lezione che Renzi ha tenuto alla crema del suo partito sulla comunicazione. Campeggiava un cartello sugli avversari. Chi sono? Il grande gufo incombe malaugurante. E le parole si adeguano: “I nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia, il loro nido è il talkshow non il Parlamento”. In basso a sinistra campeggia la sigla Pd. Riusciamo a pensare a un altro Paese in cui il governo e la sua maggioranza descrivano in questi termini chi è contrario alle loro politiche? Ecco il disastro culturale e democratico dell’era Renzi. Ecco la sua sfida sprezzante contro ogni istituzione pluralista e democratica sul serio che costituiva il nostro patrimonio. Non vedremmo mai una “pubblicità” come quella ad Atene. Non tutte le democrazie sono uguali.

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