Intercettazioni

0 0
Le intercettazioni non ci dicono tutto, ci mandano però i segnali della malattia, gravissima che continua a opprimere la nostra democrazia.
Sandra Bonsanti

E’ possibile ed ha senso una lettura integrata delle intercettazioni pubblicate recentemente dall’ Espresso e dal Fatto? Cosa ci dicono o non ci dicono quei discorsi registrati fra interlocutori diversi, in situazioni che non hanno nulla a che vedere fra loro…eppure ci parlano della nostra Italia, della nostra politica, delle ragioni e della vitalità del potere occulto e della grande criminalità?

Il caso Crocetta che svela il “calvario” di Lucia Borsellino assessore alla salute ci mette oggi difronte a una situazione paradossale: in sostanza scopre che le attività di Matteo Tutino erano così importanti per lui e per il suo clan da fargli invocare l’uccisione di colei che gli si opponeva e costituiva un rischio. Crocetta tace al telefono, confermando quel silenzio che aveva sempre osservato se non aveva immediatamente denunciato il suo sodale e medico di fiducia. Crocetta, un personaggio comunque inquietante e come ci viene descritto nelle corrispondenze dalla Sicilia uomo che ha reso la lotta alla mafia una sorta di palcoscenico ad uso personale per mezzo di comportamenti indegni in una terra che ha avuto un esercito di martiri e di eroi. Non si è ancora dimesso e lancia messaggi e avvertimenti.

La vicenda delle telefonate fra Matteo Renzi e il generale della Guardia di di Finanza Michele Adinolfi svelano importantissimi retroscena della cacciata di Enrico Letta da Palazzo Chigi e confermano che la nomina del vertice della Finanza è ancora oggi, (come accadde nel 1974 quando Giulio Andreotti e Salvo Lima riuscirono a far vincere il generale Raffaele Giudice, piduista ecc. ecc.) uno dei momenti più delicati e controversi della scena italiana.

Entrambe le situazioni mi pare che possano portarci altre novità. Se Crocetta è stato un burattino quali erano i burattinai che lo muovevano? Quali affari sono stati fatti (o non sono stati fatti) nella Sicilia di questo presidente? E fin dove arrivano gli interessi che ha rappresentato?

Quanto a Renzi e agli altri protagonisti delle intercettazioni pubblicate dal Fatto, ci dicono che quel momento del passaggio fra i due presidenti del Consiglio non fu secondo gli schemi previsti dalla nostra Costituzione. Non era mai successo nella storia italiana che un avvicendamento avvenisse in maniera così fulminea , trattata nel segreto con il capo della destra e con la prima carica della Repubblica consenziente a vedersi scavalcato e reso ininfluente o quasi.

Le intercettazioni non ci dicono tutto, ci mandano però i segnali della malattia, gravissima che continua a opprimere la nostra democrazia. Ci dicono, queste telefonate, che ciò che sappiamo noi cittadini, ciò che vediamo accadere è solo una piccola parte della storia. Il resto sono ingerenze nazionali e internazionali, corpi dello Stato che rispondono ad altri, una mafia che continua a fare i suoi affari forte delle protezioni di cui ha sempre goduto e di altre ancora. Ci dicono di un Paese lontano dal ritrovare la via di una politica decente, attenta al bene comune e non al bene dei potenti. Ci dicono che la strada per poter finalmente cominciare a attuare tutta la nostra Costituzione è lunga e che sono molte le forze interessate a manometterla. Ci dicono che nessuna lezione passata è servita, che dovremmo ribellarci nel vedere la democrazia sfarinarsi di giorno in giorno, svuotarsi nelle mani avide di chi non la ama e da sempre la combatte.

Grazie ai giornali e ai giornalisti che ancora osano pubblicare le intercettazioni aiutandoci a guardare il vero volto sotto le tante maschere del potere.

Da libertaegiustizia


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21