Rifugiati: il monito di Amnesty International ai  leader mondiali

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Il prossimo 20 giugno 2015 si celebrerà la Giornata mondiale per i rifugiati, e a tal proposito apprendiamo dall’organo d’informazione afrik.com, che nelle scorse ore, l’organizzazione Amnesty International ha sollecitato, in un rapporto ufficiale, i leader mondiali ad assumersi la responsabilità riguardo alla situazione di milioni di rifugiati condannati alla miseria e alla morte. Il rapporto, prende di mira l’indifferenza dei leader mondiali che di fatto condanna milioni di rifugiati ad una vita di miseria e di morte, prendendo come riferimento le crisi dimenticate in Africa, dichiarando che ci sono tre milioni di rifugiati nella zona sub-sahariana. Altri esempi, secondo l’organizzazione, sono il risultato della fuga dalla violenza e dei conflitti armati come in Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Eritrea, Etiopia, Sudan e Somalia.

In tale contesto riportiamo le parole di Jean-François Dubost, direttore del programma di Amnesty International, il quale sostiene  che la  crisi dei rifugiati è la situazione più terribile dopo la Seconda guerra mondiale, risultato dovuto soprattutto alla la xenofobia e altre forme di violenza. Secondo  il rapporto  tra i primi 10 paesi al mondo in cui le persone sono in fuga e che cercano di trovare rifugio, 5 di questi sono africani. Nello specifico si tratta  di paesi devastati da conflitti che a loro volta accolgono altri rifugiati, come nel caso del Sud Sudan e del Sudan. Amnesty International, dunque, ribadisce che la crisi dei rifugiati, soprattutto in Africa non è inclusa nell’agenda internazionale come questione prioritaria e questo si evince bene dalla  poca attenzione presente sui forum politici regionali e globali.

Concludiamo chiamando ancora in causa il direttore del programma di Amnesty International, Jean François Dubost, il quale nell’occasione ha puntualizzato che l’azione della sua organizzazione si raccomanda alla comunità internazionale e a quelle nazionali, col quale chiede agli Stati africani di ratificare la Convenzione del 1951 di Ginevra relativa alla protezione dei rifugiati, la sua attuazione e la riforma del sistema di asilo. Inoltre aggiunge, che si auspica, facendo cenno alla responsabilità internazionale, che si organizzi un vertice promosso dalle Nazioni Unite per sbloccare i fondi necessari alla risoluzione di questa gravissima situazione.


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