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Catania, fabbrica dell’indecoro sociale

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L’arabo e i dialetti africani si accavallano, non capisco cosa dicono, ma capisco che nell’aria c’è tensione e rabbia.

Poi, una voce che mi chiarisce tutto: “Sono un’insegnante della Manzoni-Diaz di via Santa Maddalena. Da anni facciamo scuola d’italiano per gli stranieri e scuola serale per gli adulti, ma da oggi potrebbe finire tutto. L’amministrazione Bianco ha ordinato lo sgombero immediato per “inagibilità dello stabile”. Non ci dicono dove andremo per finire l’anno scolastico, non ci dice nulla la preside, non ci dice nulla l’assessora Scialfa”.

La storia si ripete. Come per la scuola Doria di San Cristoforo, si chiude un altro presidio di democrazia. Un presidio dell’istruzione, della formazione di emigranti e ragazzini. Un altro diritto fondamentale che se ne va.

Cosa succede ce lo spiega Matteo Iannitti: “Questo plesso, che appartiene alla Manzoni-Diaz, da tempo ha bisogno di lavori per metterlo in sicurezza. Lavori mai eseguiti se non poco e male. Il Comune, invece di trovare una soluzione, sceglie la strada più facile: “Chiudiamo tutto”! E si chiude così, senza cercare alternative, senza sedi diverse dove continuare le lezioni”.

“Eppure una soluzione ci poteva essere – continua il portavoce di “Catania bene comune” – Bastava spostare la succursale nell’ex scuola Di Bartolo, in via San Giuliano: un plesso rimesso a nuovo che ospita l’assessorato al commercio, che si potrebbe spostare nel centro direzionale di San Leone. Invece, ancora una volta si colpisce un quartiere popolare, l’Antico Corso, oppresso dal disagio, dalla dispersione scolastica, dalla povertà e dalla mafia. E’ questo il modo di combattere le ingiustizie sociali? Chiudere le scuole vuol dire aiutare la mafia a sostituirsi allo Stato”.

– Ma che fine farà questo plesso?

“Noi sospettiamo che ci voglia mettere le mani l’università di Catania, come fece per la chiesa della Purità, ristrutturata ma mai utilizzata dalla facoltà di Giurisprudenza. Non dimentichiamo che dove c’era il centro occupato Experia, sgombrato violentemente nel 2009, ora sono iniziati i lavori per un nuovo auditorium che andrà all’ateneo catanese, sostanzialmente inutile”.

* * *

La giunta Bianco, come le amministrazioni precedenti, sembra voler “azzerare” i quartieri popolari del centro storico. Ed è facile intuire cosa c’è sotto. Una nuova speculazione edilizia, una nuova divisione della torta cittadina da spartire con i privati, con gli enti pubblici, e soprattutto con i nuovi e vecchi comitati d’affari. Il popolo dei quartieri, per la giunta Bianco, non è un problema: basta deportarlo altrove, nelle periferie. Quanto alle scuole, bastano quelle della “città perbene”: tanto gli emigranti non votano, né votano i bambini dei quartieri popolari.

E dire che questa amministrazione, con l’assessore Salvo Di Salvo, aveva lanciato una “fabbrica del decoro”, appoggiata da tante associazioni e organizzazioni sociali, per “cambiare la città con la pratica della partecipazione democratica”!

Le famose “decisioni dal basso” che la giunta Bianco propaganda in realtà restano in mano a pochi politici e imprenditori. Cercano solo solo una legittimità da parte della cosiddetta “società civile” catanese per poi fare ciò che vogliono, senza rendere conto a nessuno.

Non si può lanciare una ” fabbrica del decoro” per rendere la città più vivibile e poi applaudire i lavori del “Pua”. Non si può avviare un nuovo regolamento edilizio che massacra i quartieri del centro storico. Non si possono chiudere le scuole dei quartieri popolari, unico argine contro lo spaccio e i clan mafiosi.

Ma davvero volete una città marcia dentro e bella fuori? Lo chiediamo, a questo punto, al coordinamento che aderisce alla “fabbrica del decoro”. Volete una città solo esteriormente decorosa, o un decoro anche morale e civile, che sconfigga l’ingiustizia sociale?

Noi del Gapa avevamo aderito alla “fabbrica del decoro” pensando di poter incidere sulle scelte future dell’amministrazione, ma dopo questi avvenimenti, in cui la giunta Bianco butta giù la maschera, noi a schiena dritta e con pieno diritto di critica usciamo fuori da questa sedicente “fabbrica del decoro”. Torniamo a far politica solo dal basso, come da ventotto anni in qua. Solo col popolo dei quartieri, solo per il popolo dei quartieri.

 

Il comunicato delle associazioni

Sgombero scuola Manzoni. Si compromette diritto allo studio. Il Comune proroghi i tempi e si trovi immediatamente un nuovo immobile. Replica all’Assessora Scialfa.

Questa mattina, 27 maggio, alle ore 10,30 di fronte i locali del plesso della scuola Diaz-Manzoni di via Santa Maddalena 29 sotto sgombero si è tenuta la conferenza stampa convocata da Catania Bene Comune, Unione degli Studenti, Cobas Scuola, Comitato Popolare Experia, Comitato Popolare Antico Corso, GAPA, Rifondazione Comunista e Rete Antirazzista Catanese, alla quale hanno partecipato i docenti e gli studenti del centro di educazione per adulti della scuola Diaz-Manzoni. Durante la conferenza stampa è stata illustrata dalle forze politiche e sociali presenti e dai docenti della scuola la situazione che sta vivendo il centro di educazione per adulti e le gravi conseguenze provocate dall’ordinanza di sgombero.

Fino a oggi il plesso della scuola Diaz-Manzoni ha ospitato circa 200 studenti. Nei locali si svolge l’attività didattica per il raggiungimento della licenza media, i corsi di alfabetizzazione italiana per stranieri, i corsi di educazione civica per stranieri in convenzione con la Prefettura. Il centro di educazione per gli adulti di via Santa Maddalena 29 è l’unico che in città svolge le proprie attività prevalentemente la mattina, accogliendo moltissimi minori provenienti da centri di accoglienza e comunità per migranti.

L’ordinanza di sgombero firmata dal Sindaco di Catania è stata giudicata insensata in quanto appare incomprensibile, oltre che gravissimo, che il Comune costringa all’abbandono di locali di sua competenza senza predisporre in anticipo una soluzione adeguata per il proseguimento delle attività.

Inoltre appare assurdo come questa ordinanza, dopo anni e anni di incuria dei locali, preveda lo sgombero a pochi giorni dalla chiusura dell’anno scolastico e dagli esami per il conseguimento della licenza media. Gettare nel caos studenti e docenti in un momento come questo significa compromettere il diritto allo studio e lo svolgimento delle attività.

Per tali ragioni è indispensabile giungere a una soluzione di buon senso, posticipando lo sgombero al termine delle attività didattiche e allo svolgimento degli esami. Si tratterebbe di emettere una proroga di appena 20 giorni, utili a far terminare l’anno scolastico in tranquillità.

Inoltre è necessario che l’amministrazione comunale e tutte le Istituzioni competenti trovino in tempi rapidissimi, nel medesimo quartiere in cui ha operato fino ad oggi, un nuovo immobile da destinare al centro di educazione per gli adulti della scuola Diaz-Manzoni sgomberato dai locali dell’ex Archivio Notarile.

A tal fine le organizzazioni presenti alla conferenza stampa hanno chiesto un incontro urgente con il Sindaco, l’Assessore alle politiche scolastiche e l’Assessore al patrimonio.

In merito alle soluzioni annunciate dal Dirigente Scolastico della scuola Diaz-Manzoni e dall’Assessore alle politiche scolastiche del Comune di far continuare le attività presso i locali della scuola Manzoni di via Plebiscito, tale proposta appare irricevibile e dimostra un totale disinteresse verso le esigenze degli studenti. Immaginare il trasferimento delle attività da un luogo a un altro, con un mutamento radicale degli orari di lezione, col passaggio della attività dalla mattina alla sera, a pochissimi giorni dalla fine dell’anno scolastico è profondamente insensato e rischia di compromettere la frequenza degli alunni. È più che evidente che una proroga di appena 20 giorni dello sgombero sarebbe la soluzione più ragionevole. Così come è impensabile che il trasferimento delle attività nella sede di via Plebiscito possa continuare anche per il prossimo anno in quanto non utilizzabile la mattina. Il Centro di educazione per adulti della scuola Diaz-Manzoni infatti risponde alle esigenze di un’utenza che ha la necessità di seguire le lezioni la mattina: minori stranieri delle comunità, adulti che lavorano in orario pomeridiano e serale.

Lo sgombero del plesso di via Santa Maddalena 29 rappresenta solo l’ultimo atto di un processo che sta portando il quartiere Antico Corso a perdere tutti i suoi presidi sociali, luoghi di istruzione e di aggregazione. Il ridimensionamento della scuola Manzoni, lo sgombero del Centro Popolare Experia, la volontà di chiudere gli ospedali, la chiusura di asili e ludoteche appare il frutto di una strategia volta a concepire quell’area della città a esclusivo appannaggio della speculazione privata e dell’Università. Un’idea malsana che dimentica i bisogni di chi vive il quartiere, l’esigenza di servizi sociali e di politiche di integrazione e solidarietà sociale.

La mobilitazione dunque non si ferma. Non è possibile accettare che la città perda i suoi servizi essenziali. L’amministrazione comunale deve dare delle risposte concrete e non sono accettabili scorciatoie utili solo a coprire gli errori commessi. Le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi che studiano in via Santa Maddalena e i loro docenti hanno diritto a una scuola in quartiere: aperta di mattina, di qualità, sicura.

Ribadiamo la richiesta di un incontro urgente con il Sindaco, l’Assessore alle politiche scolastiche e l’Assessore al patrimonio, al fine di trovare la soluzione migliore per la difesa del diritto allo studio.

CATANIA BENE COMUNE
UNIONE DEGLI STUDENTI
COBAS SCUOLA
COMITATO POPOLARE EXPERIA
COMITATO POPOLARE ANTICO CORSO
GAPA
RETE ANTIRAZZISTA
RIFONDAZIONE COMUNISTA

Da isiciliani.it


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