L’Africa e i suoi storyteller: i media e i social del continente

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Di Antonella Sinopoli
“Until the lion has his or her own storyteller, the hunter will always have the best part of the story.”

Fino a che il leone non ha il suo storyteller, il cacciatore avrà sempre la parte migliore nella storia.

È un vecchio proverbio africano, che motiva assai bene il cambio epocale nel settore della informazione e dei mass media nel continente.

Non c’è bisogno di scomodare Al Jazeera — che pure ha sdoganato certe aree del mondo dimenticate o coperte male dall’informazione mainstream.

Da tempo l’Africa ha i suoi storyteller che raccontano assai meglio di molti media occidentali cosa accade nel continente, perché non seguono i metodi di un giornalismo che, affidandosi spesso a helicopter-journalist, giornalisti inviati dalle loro testate per un tempo brevissimo, ha reso l’informazione sull’Africa approssimativa, appiattita, spesso scorretta.

Tra questi storyteller ci sono una serie di start-up come Talking Heads, Quartz Africa che debutterà a giugno, o Voices of Africa con un suo già vastissimo pubblico. Che ci si soffermi sulla cultura africana — quella contemporanea — o sulla finanza e l’impresa o, ancora, sulla vita di quotidiana nei singoli Paesi, lo scopo è lo stesso: parlare di eventi, situazioni e storie che è praticamente impossibile trovare sui mainstream occidentali. E farlo inside the countries, grazie a giornalisti, scrittori, videomaker o fotografi africani o che vivono in Africa.

Di testate dirette da africani e con una redazione di corrispondenti in loco ce ne sono tante e grazie a Internet la loro diffusione va oggi ben oltre i numeri della carta stampata. Alcune hanno alle spalle grossi investimenti e fanno parte di gruppi editoriali in espansione. Dall’area dell’Africa occidentale The Africa Report, per esempio, del Gruppo Jeune Afrique – che ha cominciato ad operare dal 1960 – ha ricevuto una serie di premi di giornalismo e vanta uno staff di talento pari — se non superiore — a quello delle migliori testate internazionali. Dall’area dell’Africa orientale, invece, The Vision Group ha iniziato a operare nel 1986, e conta ora 9 testate cartacee e online, a cui si aggiungono canali radio e televisivi.

Ma tanti sono anche i giornali sotto forma di blog che ogni giorno parlano — con acume e accuratezza — dell’altra Africa. Basti pensare a Africa is a country, ironico e rivoluzionario, che ogni giorno sfida e destabilizza i luoghi comuni sul continente.

A parte i numerosi blog, tutte le testate ormai sono anche online e il numero dei giornalisti africani, ma anche di giovani, studenti e professionisti che usano i social, è aumentato in modo considerevole. Una ricerca di Portland Communications ha recentemente illustrato la presenza africana su Twitter, segnalando tra le città più attive Johannesburg, Nairobi e Accra.

Da vociglobali.it


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