L’assoluzione di Berlusconi sul caso Ruby non elimina i suoi problemi giudiziari

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L’assoluzione definitiva del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dal caso Ruby non elimina i problemi giudiziari che l’esponente della destra populista ed ex presidente del Consiglio deve regolare ancora davanti ai giudici del nostro Paese. Il 31 marzo, cioè tra pochi giorni, si terrà davanti alla Corte Suprema di Cassazione il ricorso presentato a suo tempo assieme al fratello Paolo per chiedere la piena assoluzione per la vicenda del nastro Unipol. Vicenda per la quale  è intervenuta la prescrizione in appello anche se è stato condannato  a versare, sempre in solido con il fratello, 80mila euro a Piero Fassino, attuale sindaco di Torino,  che era la parte offesa dalle sue accuse.

Inoltre, dopo aver terminato i dieci mesi e mezzo in affidamento ai servizi sociali in seguito alla condanna definitiva per la frode fiscale commessa con la compravendita dei diritti televisivi di Mediaset, attende ora la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che dovrà valutare se il suo percorso di riabilitazione ha avuto esito positivo o meno e quindi dichiarare eventualmente estinta la pena principale ma non la pena accessoria.

C’ è inoltre ancora in piedi l’indagine Ruby Ter e che vede 45 indagati, la metà dei quali per falsa testimonianza che è affidata al procuratore aggiunto Pietro Forno e ai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio. L’ipotesi è che l’ex capo del Governo abbia pagato, addirittura fino a qualche settimana fa, le giovani donne  inclusa Ruby,  in cambio del loro silenzio. La procura ha avviato anche una rogatoria in Messico a caccia del tesoro riconducibile alla “marocchina” e al suo ex compagno Luca Risso. Inoltre il prossimo 10 aprile riprenderà davanti al gup di Bari Rossana Depalo l’udienza preliminare in cui Berlusconi è imputato con l’ex direttore dell‘Avanti! Valter Lavitola. All’ex presidente del Consiglio è stato contestato il reato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria: avrebbe pagato l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini perché mentisse sulle escort, dicendo che Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero prostitute. Ancora l’ex presidente del Consiglio è imputato a fianco dell’ex direttore dell’ Avanti! Lavitola nel processo cominciato lo scorso 11 aprile davanti al Tribunale di Napoli con al centro la presunta compra vendita di senatori, in particolare di Sergio De Gregorio.

Il 18 dicembre riprenderà inoltre a Milano la nuova causa civile con cui la CIR della famiglia De Benedetti ha chiesto alla Fininvest di Silvio Berlusconi il risarcimento di oltre 30 milioni di euro, ai quali vanno sommati altri 60 milioni di interessi e spese legali per il lodo Mondadori. La richiesta è stata avanzata dopo che la Cassazione nel condannare definitivamente la Fininvest a versare 434 milioni di euro all’editore del gruppo Repubblica-Espresso per i danni patrimoniali, ha demandato ad altro giudice la liquidazione di quelli non patrimoniali.

Infine per la causa di divorzio da Veronica Lario, Berlusconi dovrà affrontare il capitolo che riguarda il mantenimento dell’ex moglie con la quale sono in corso  trattative in cui Veronica avrebbe chiesto come buonuscita un assegno complessivo di 540 milioni di euro. Gli scogli non sono dunque finiti e l’assoluzione della Cassazione nel caso Ruby non ha risolto i problemi giudiziari dell’ex capo del governo.


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