Finanza acida

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Che rapporto c’è tra i 100 mila conti segreti svizzeri appena scoperti e il Consiglio dei Ministri del 20 Febbraio, dove si deciderà la Delega fiscale? Il filo rosso che lega questi due eventi – apparentemente estranei tra loro – è l’accumulo di fondi neri. Cioè sottratti alla contabilità ufficiale di professionisti e  aziende – con frodi, evasioni fiscali e falso in bilancio – non tassati e nascosti nei paradisi fiscali, come era la Svizzera prima della recente conversione (obbligata) alla trasparenza bancaria.

La Delega fiscale prevede depenalizzazioni proprio per evasioni e frodi sotto la soglia del 3%, una falla da dove usciranno ingenti capitali neri, che si sverseranno nell’economia legale e la inquineranno. Perché appena diventa nero, il denaro esce dai radar dei controllori pubblici ed è perfetto per corrompere senza lasciare tracce.
Il rischio non è solo una considerevole perdita di gettito fiscale e di espansione del malaffare, ma la corrosione della democrazia con questa finanza acida, che mina la redistribuzione compensativa della ricchezza, azione pubblica indispensabile per tenere sotto controllo le tossine delle diseguaglianze sociali.
“L’industria off-shore – afferma l’economista Thomas Piketty – è la maggiore minaccia per le nostre istituzioni democratiche e per le basi del nostro contratto sociale. L’opacità finanziaria è uno degli elementi chiave delle diseguaglianze”. Di questo si parlerà il 20 Febbraio, al Consiglio dei Ministri. E noi cittadini teniamo gli occhi bene aperti.

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