C’è ancora differenza tra chi la corruzione la vuole contrastare davvero e chi nelle aule fa solo finta di farlo

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Oltre 400 studenti di sei licei romani si troveranno nell’aula magna dell’Università La Sapienza, per parlare di lotta alla corruzione. Ce li porterà Libertà e Giustizia, nell’ambito del progetto “Piccolo Atlante della Corruzione” che da anni impegna i ragazzi in vere e proprie indagini sul loro territorio, per capire cos’è la corruzione e come si può combattere.

L’impegno è notevole, ma siamo insieme a partner di grande spessore, come l’Autorità Nazionale Anti Corruzione,  l’Associazione Nazionale dei Magistrati, il giornale on line Repubblica.it, docenti, avvocati, con l’impegno del Ministero dell’Istruzione di estendere gradualmente  in tutta Italia questo format.
Sarebbe tutto positivo se non arrivassero pessime notizie dal Parlamento.
Dove la lotta alla corruzione non la si affronta con la decisione necessaria. Basti pensare che la richiesta di ampliamento dei tempi di prescrizione per reati contra la Pubblica Amministrazione non è stata approvata, benché la decorrenza dei termini partano dalla consumazione del reato, che viene scoperto di solito molto tempo dopo.
Ecco, spesso quando si parla di società civile come “altro” dalla politica, i politici si arrabbiano e rivendicano la pari dignità per chiunque si occupi della “cosa pubblica”. Per i politici onesti (ce ne sono) è così, ma l’indecente balletto di protezione dei corrotti con leggi inefficaci – e l’ipocrisia di farle apparire efficaci – fa capire che c’è ancora differenza tra chi la corruzione la vuole contrastare davvero e chi nelle aule fa solo finta di farlo.

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