Basta parlare di bambine-kamikaze

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L’associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste chiede ai media italiani rispetto per le piccole vittime bambine, che in questi giorni sono state protagoniste di attentati atroci.
Diciamo basta a questa informazione fuorviante che, nella ricerca di titoli sempre più sensazionali, mistifica la realtà. L’associazione Gi.U.Li.A.

Giornaliste chiede ai media italiani rispetto per le piccole vittime bambine, che in questi giorni sono state protagoniste di attentati atroci. Imbottite di tritolo e fatte saltare in aria, con un telecomando, a distanza, dai terroristi di Boko Haram che in Nigeria rapiscono, stuprano e fanno delle giovani donne schiave sessuali.

Vogliamo richiamare l’attenzione dei colleghi e delle colleghe che si occupano di questi sanguinosi eventi che queste bambine sono costrette da adulti disumani a morire contro la loro volontà, spesso inconsapevoli del proprio destino, in Paesi dove la vita di una donna – e ancor più di una bambina – non vale nulla.

Chiediamo di non uccidere una seconda volta queste bambine innocenti, attribuendo loro una falsa responsabilità: a 10 anni non si può essere kamikaze, ma solo vittime. Vittime degli adulti e di una guerra non loro. Una strage che deve avere la giusta attenzione dei media.


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