Il 2014 è stato un annus horribilis per la RAI. Lettera a Tarantola e Gubitosi

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Cara Presidente Anna Maria Tarantola, caro Direttore Generale della RAI Luigi Gubitosi.

Il 2014 è stato un annus horribilis per la RAI. Sembra ieri quando vi siete insediati alla guida della sgualcita RAI da poco uscita dalla gestione MASI-LEI, un’ azienda vecchia e con tanti buchi da tappare. Lo slancio innovativo fatto di slides e processi di digitalizzazione ci ha fatto ben sperare che il futuro potesse essere ancora un po’ nostro: tre tg in HD, sedi regionali “digitalizzate”, progetti di rinnovamento edilizio pensionamenti e assunzioni di giovani e non ultima la discreta riforma dei TG.

Poi è arrivato il maglio governativo scagliato con inusitata violenza nei confronti della nostra azienda, sono saltati piani industriali, cantieri, investimenti, sono saltati i conti e il pareggio di bilancio predicato da Monti e raggiunto a conclusione del 2013. Insomma, passateci l’eufemismo, vi hanno bucato i palloncini della festa un momento prima di cominciare a festeggiare.

Direttore rammentiamo le ultime frasi del suo messaggio del precedente anno:

“ Il 2014 sarà però un anno molto impegnativo. I costi risentiranno dell’impatto del mondiale (circa 100 milioni), degli investimenti in tecnologia, degli aumenti delle risorse allocate sui canali tematici e sul web. Dovremo anche investire sulle strutture immobiliari che, in alcuni casi, risentono fortemente dell’età e della mancanza di investimenti negli anni passati. Nel 2014 sarà firmato il contratto di servizio ma soprattutto ci avvicineremo al rinnovo della Concessione del 2016. La Rai dovrà prepararsi con attenzione e impegno, iniziando quel processo di consultazione del Paese indispensabile per la riscrittura di un “patto” tra cittadini e “Servizio Pubblico”. Si tratterà di un percorso importante, di un momento cruciale per stabilire quale sarà il volto del Servizio Pubblico del nostro Paese per i prossimi anni.”

a pochi giorni dalla fine del 2014 ci ritroviamo con meno 150 milioni di euro, l’investimento RAI WAY ceduto per il 35% in mano a privati- elemento pericoloso per il rinnovo della concessione-, un prelievo strutturale di 85 milioni di euro l’anno come previsto nella legge di stabilità, nessun adeguamento del canone per il 2015, nessuna intenzione governativa di ridurre l’evasione, spot sul pagamento del canone RAI in ritardo, nessuna firma del nuovo contratto di servizio 2013-2015 licenziato dalla COMMISSIONE DI VIGILANZA. Nessuna progettualità, nessun nuovo piano industriale. Il cantiere per la riforma RAI capitanata da Luigi De Siervo dal titolo “100 PAROLE E 100 MESTIERI” si è rivelato solo una promessa non mantenuta, nessuna discussione su come dovrebbe essere la RAI 2016.
La BBC vede scadere la convenzione nel 2016, proprio come noi, ma sta arrivando a quella data con conti in ordine, un piano editoriale definito e una riforma già scritta da esperti e non da improvvisati politici condannati che siedono ai tavoli della Leopolda renziana.

Il vostro compito cara Presidente e caro Direttore era proprio quello di portare un’azienda sana alle soglie del 2016 e invece con il vostro mandato in scadenza vi accingete a restituircela peggio di prima (non ci rispondete per favore che chiudiamo in attivo grazie a RAI WAY perché è offensivo per la nostra dignità di dipendenti RAI) e senza un futuro per la RAI e per chi ci lavora, ma sopratutto senza esser riusciti a definire il concetto di RAI SERVIZIO PUBBLICO, concetto fondamentale per un paese che ha la presunzione di farsi chiamare DEMOCRATICO.

Non ci aspettiamo molto dalla vostra amministrazione per il nuovo anno, vi chiediamo solo di porre in essere il ricorso contro i 150 milioni di euro votato dal CDA il 19 novembre 2014.
Il 22/01/2015 ci sarà la prima udienza presso il Tar del Lazio per il ricorso contro il prelievo di 150 milioni di euro promossa da sindacati e un’associazione di consumatori, ora pretendiamo che con la stessa rapidità con cui avete erroneamente scelto di privatizzare RAI WAY, l’azienda si costituisca in giudizio in conformità a quanto deliberato dal CDA.
Non crediamo serva rammentare che la mancata esecuzione di una delibera consigliare costituisce abuso d’ufficio perseguibile anche nella competente sede penale impregiudicata la responsabilità per danni da amministrazione infedele. Siete tenuti a farlo nel rispetto dei principi di buona gestione.

Senza la certezza economica le intenzioni espresse sul Vostro nuovo messaggio di Natale che ci avete da poco inviato rimarranno solo parole piene di belle speranze, intenzioni e buoni sentimenti ma prive di qualsiasi contatto con la realtà, lo dimostra il fatto che del pesante prelievo non ne fate menzione diretta, complicità o cattiva gestione buona per la Corte dei Conti?

Augurandovi buone feste e buon anno nuovo, porgiamo cordiali saluti.


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