“Vivere Contromafie”

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di Sara Spartà

Raccontare Contromafie a parole è un’operazione difficile. Raccontarla soprattutto a chi non c’era o a chi non c’è mai stato.   Eppure è un’operazione necessaria, che potrà essere fatta solo nel corso di questi anni a venire attraverso il lavoro concreto, perché quello che viene chiamato in causa non è più o non è solo il “fare antimafia” ma è anche e soprattutto l’azione e la reazione del cittadino nei confronti di tutto ciò che lo circonda, della società. I quattro giorni di Roma, che Libera ha ormai incoronato come gli Stati Generali dell’Antimafia, arrivano dopo ben cinque anni alla loro terza edizione.

Confronto/ incontro. Contromafie è un luogo di incontro e di confronto tra persone che da anni sono impegnate in progetti di informazione e formazione culturale, di supporto e di vicinanza ai familiari vittime di mafie. È un luogo di proposta e di azione in cui ognuno porta la propria esperienza e la mette al servizio dell’altro, da rappresentanti delle istituzioni del Sud America ai sindaci delle periferie d’Italia. È un luogo di riflessione in cui si guarda al futuro ma partendo dagli errori del passato, sentendo come responsabilità morale e personale tutto ciò che non ha funzionato fino a oggi nel Paese, perché la cattiva politica non possa essere neanche in minima parte imputabile a una cattiva cittadinanza.  Contromafie è un luogo di libertà, come ha sottolineato Don Luigi Ciotti, in cui ognuno porta la ricchezza del proprio credo religioso, delle proprie idee e scelte, con il dovere dell’umiltà. Iniziato il 23 ottobre con quasi 300 giovani che a Corviale a Roma hanno portato assieme ai loro sacchi a pelo, i sorrisi, la forza e l’arcobaleno di Libera. Ragazzi e ragazze che da soli o in piccoli gruppi hanno creato delle alternative nei loro territori, nelle Parrocchie e nelle Università, che conoscono le realtà dei beni confiscati alle mafie per il loro lavoro durante i campi estivi che continuano a colti- vare attraverso lo studio e la ricerca.

“Una giovane Libera”. Si apre con le loro domande, le loro osservazioni lucide e le loro richieste. “Per trovare la gioia di far nascere le cose e non subirle” attraverso una partecipazione organizzata, intelligente, viva. “Non vogliamo una Libera dei giovani ma una giovane Libera” chiede Turi Benintende di Libera Sicilia, che sappia essere discente oggi per poter essere alla guida domani. E poi una miriade di ore trascorse all’ Auditorium di via della Conciliazione, ore di attenzione profonda e silenziosa partecipazione, dalla mattina al pomeriggio di venerdì ad ascoltare le esperienze di vita, le denunce e la sofferenza di chi ha visto mancare i propri cari affrontando l’omertà delle persone, la solitudine e l’ingiustizia “con la consapevolezza che la giustizia la devi chiedere”, perché non viene da sé, come racconta Daniela Marcone. Ore impegnate a raccontare di giornalismo quello temuto più della magistratura, perché toglie potere alle cosche mafiose svegliando le coscienze e creando varchi di consapevolezza. Il potere della parola, di quella scritta sopra un tweet per il quale oggi si muore, in Sudamerica, a vent’anni. Come i quarantatrè ragazzi spariti in Messico perché manifestavano per la libertà.

Lettera dal Sudamerica. Don Luigi Ciotti legge una lettera che arriva da quei posti, parla di un ragazzo che è stato torturato e al quale hanno strappato via la pelle e gli occhi, era indirizzata a quell’Auditorium che seguivano grazie ad internet dall’altra parte del mondo. Per dire basta, alle mafie e alla violenza in ogni luogo. E poi ancora la testimonianza di vite migranti e di una Giusy Nicolini che sfora il tempo per gli interventi e incarta la scaletta, ma non importa a nessuno, e ha ragione quando dice che “agitare le paure, anche quella è fare politica sporca”. Buone prassi, trasparenza e contrasto alla corruzione, punti essenziali della nuova Carta di Avviso Pubblico, frutto di questa tre giorni, che unisce gli enti locali che vogliono impegnarsi al di là delle prescrizioni di legge e colmare il distacco con i cittadini. Queste tematiche raccolte in sei vaste aree sono state oggetto dei lavori di sabato, che ha visto tutti secondo il proprio lavoro e i propri interessi approfondire tantissimi argomenti confluiti nel Manifesto di Contromafie 2014.

I dieci punti. Le richieste che verranno avanzate al Parlamento e che sono stati condivisi dalla presi- dente della Camera Laura Boldrini sono: il reddito di cittadinanza, il riutilizzo dei beni confiscati per la creazione di un nuo- vo Welfare e il potenziamento del ruolo dell’Agenzia Nazionale per i beni seque- strati e confiscati, la formazione continua del cittadino, la difesa del ruolo dell’infor- mazione, la repressione dei legai tra mafia e politica, investire su mezzi innovativi di contrasto alle mafie, introdurre i reati am- bientali ed infine istituire il 21 Marzo come Giornata Nazionale della Memoria e dell’Impegno. Questi gli impegni  cui ognuno è chiamato ad essere “testimone, con lo stesso coraggio, la stessa coerenza, la stessa corresponsabilità di chi da testimone di giustizia denuncia mafiosi estorsori e corrotti, di chi insegna quant’è preziosa la libertà”.

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Fonte: Libera Informazione


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