La Rete 2018 con il magistrato  Di Matteo

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“Noi de ‘la Rete’ abbiamo memoria storica; noi del Movimento de ‘la Rete’ non ci lasciamo distrarre o confondere da un diluvio di informazioni che non invitano a riflettere, né favoriscono la lettura approfondita. Che un criminale, sottoposto a regime di isolamento, possa minacciare stragi attraverso la confidenza ad un suo pari, confidenza ripresa e diffusa in video in modo che se ne amplifichi la diffusione e giunga ad altri affiliati mafiosi, lascia sospettare ogni intrigo, ogni complotto, ogni collusione”. Lo scrive in una nota la Rete 2018.

“Siamo accanto al P.M. Giudice Nino Di Matteo; invitiamo i cittadini ad indignarsi e a respingere ogni minaccia che il Giudice subisce e a solidarizzare con Di Matteo con il quale chiediamo con forza che il Governo  e  il Ministro competente vigilino  perché i mafiosi noti, coperti, ed anche insospettabili , comunque appartenenti alla vasta area della criminalità conosciuta o ad  organizzazioni clandestine dovunque siano, vengano messi in condizione di non nuocere. Noi de ‘la Rete2018’ seguiamo l’azione del Governo e delle Istituzioni e degli uomini che devono operare nel rispetto della democrazia e della nostra Costituzione. Sappiamo che tutti coloro che fin dagli anni ’90 si sono riconosciuti nel Movimento de ‘la Rete per la Democrazia’ continuano a testimoniare gli stessi ideali, il comune sentire di un tempo, ed oggi sono vicini al Giudice Di Matteo impegnato a servizio della Costituzione, con lealtà nei confronti dello Stato, cioè di tutti noi. Il Giudice Di Matteo va protetto e deve continuare a svolgere il suo prezioso lavoro mentre non è possibile offrire megafoni ai detenuti ristretti in carcere per i gravissimi crimini dei quali sono colpevoli.

Riportiamo in conclusione alcune considerazioni del Giudice in data 23 Gennaio 2014 che ci trovano assolutamente concordi.

“Credo che registrare la vicinanza di tanti semplici cittadini sia un motivo ulteriore di conforto e che questa solidarietà possa anche sopperire rispetto a qualche silenzio e perplessità di fondo e a qualche malignità di chi ha perfino messo in dubbio quello che è stato oggetto delle intercettazioni”….. “C’è sempre chi parla di minacce inventate….Sono storie che fanno purtroppo parte  di quella mentalità mafiosa che tende a delegittimare i magistrati. Quello che io ritengo, quello che penso, quello che sospetto in questo momento ovviamente non ha alcun valore se non verrà dimostrato eventualmente, e quindi me lo tengo per me”.


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