L’Alfano e l’infermiera di Voghera

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Il nostro ministro dell’interno ha ritenuto cosa buona e giusta intimare agli italici prefetti d’intimare (a loro volta) agli italici sindaci il divieto di trascrivere allo Stato (Italiano) Civile (sic…oops) i matrimoni gay già trascritti e dunque validi a tutti gli effetti di legge all’estero (ma pure nell’Europa socio-politica di cui facciamo parte), in quanto che sono tutti  nulli per l’italica legge. Cioè: Alfano ha dichiarato perentoriamente che a tutti gli effetti di legge  (giusto nostra) quelle trascrizioni sono (hanno da essere) NULLE, manco annullabili (sic).  Lui, si badi, sta nel giusto così agendo  in quanto che (diciamocelo) siamo il Paese, tra quelli democratici,  più idoneo per essere portato a esempioper farraginosità, contorsionismi interpretativi, lassismi istituzionali ecc. in ambito legiferatorio.

Tuttavia, se un ministro di sua sponte (ne ha facoltà!) lanciasse un monito contro farraginosità ,  contorsionismi interpretativi ecc., magari ci potremmo perfino evitare  le performance di un’infermiera che, sua sponte, da noi può financo arrogarsi facoltà di rifiutare la pillola del giorno dopo a italiane che ne fanno richiesta, secondo loro consolidato diritto.

Pare che il soggetto, a sua discolpa,  abbia dichiarato d’aver agito con quel rifiuto pensando (lei!) di agire solo esclusivamente nell’interesse e nel bene di quelle italiane. A be’ allora… E’ accaduto nell’ospedale di Voghera nell’anno di grazia 1014 anni dopo l’anno 1000.


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