Streaming, placebo democratico

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Lo streaming fa bene alla politica? Ho dei dubbi.

La diretta di confronti politici, infatti, spinge allo scontro proprio perché è comunque una forma di spettacolo, dove il duello verbale – meglio se rissoso – ha più audience di una paziente – e mediaticamente noiosa – ricerca di un accordo. Che richiede tempi più lunghi di quelli televisivi e ragionamenti più faticosi di una battuta ad effetto da talk-show.. Inoltre, la contrapposizione urlata rinforza l’identità di gruppo, mentre la disponibilità all’ascolto rischia di essere fraintesa come cedimento. Non a caso, infatti, dopo uno streaming ci si chiede “chi ha vinto”, più di  “cosa hanno deciso”.
Così, si crea un effetto placebo della democrazia “immediata” del web, a discapito della democrazia “mediata”  e meditata.. E lo streaming sta diventando una cortina di pseudo-trasparenza, che invece nasconde il progressivo restringimento dell’esercizio effettivo della partecipazione, con il potere sempre più concentrato in capi carismatici, guru del web ed esperti della comunicazione.
Con un rischio serio  più diretta e meno diritti.

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