Storie di Costituzione raccontate dagli studenti (Report)

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La sala è strapiena. Oltre 400 studenti, con i loro insegnanti in rappresentanza di 9 scuole di Roma e 2 del Lazio (Cerveteri e Minturno) fanno un gran casino, ma si ammutoliscono quando la giovane attrice inizia a leggere i racconti dei finalisti. Lo fa bene, con le voci e le pause di silenzio che attaccano le parole al cuore.
Applausi dopo ogni racconto recitato, ma i ragazzi vogliono subito sentire le altre storie dei loro compagni-scrittori.
Anche in quest”ultima edizione de “La Repubblica siamo noi” – abbiamo chiesto ai ragazzi di raccontarci storie dove si veda che la Costituzione è nella vita e la vita nella Costituzione. E i loro racconti sono leali, duri, senza lieto fine.
Le insegnati sono spiazzate dai loro studenti e delle parole, che fuori dai temi diventano potenti e libere.
Dopo la prima serie di racconti, c’è il coro di studenti che canta De Andrè. Bello, ma cresce la curiosità di sapere chi sono i tre finalisti della Borsa di studio voluta dalla  Associazione dei Magistrati del Lazio per onorare i giudici assassinati Amato e Occorsio.
Raggiungo una signora che sbircia dal fondo della sala. “Resto qui, grazie. Non posso farmi vedere, mio figlio si arrabbierebbe troppo, ma non potevo mancare”.
Il figlio  è quello in mezzo ai tre che cantano il “rap della Costituzione”, scritto da loro. “Ma un pezzo così, questi devono andarlo a cantare nelle scuole! – fa un’insegnante entusiasta girandosi verso la collega, mentre applaudono in piedi.
Arriva il momento della proclamazione. Il magistrato membro della giuria ci tiene a dire che per la ANM del Lazio il laboratorio costituzionale di Libertà e Giustizia nelle scuole è un progetto importante. Si schiarisce la voce e scandisce il nome del terzo piazzato (applausi), del secondo (idem) E finalmente il nome del vincitore.
Urla di gioia dei compagni in sala. Gli amici lo abbracciano, lo spingono. . Lui si scioglie dagli abbracci e si avvia verso il palcoscenico con un sorriso in bilico tra gioia e imbarazzo. Prende il premio (un corso estivo di inglese di due settimane a Malta), si allinea agli altri premiati e ringrazia chi ha lavorato a questa iniziativa, “perché è una cosa bella che ci lascia un segno dentro”. Federica Angeli – giornalista di Repubblica e portavoce della giuria – incoraggia tutti a non smettere di osservare, capire, scrivere.
Appena mii trovo davanti al vincitore, non resisto.
“Ma come t’è venuta questa storia del piccolo ceramista di Amalfi, che si ribella al pizzo?”
“Non lo so… ci sono fatti di ingiustizia che ti restano dentro e poi escono quando è il momento, come fiori di campo quando è primavera”.
E’ tutto finito. La sala si è svuotata dei ragazzi e delle loro risate.
Fuori fa caldo. Fra poco è estate.

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