Renzi e i ragazzini. Squallido uso del potere

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di  Alessandro Cardulli

ROMA – Per rispetto dei ragazzini, incolpevoli, abbiamo tralasciato di parlare delle “imprese” di Matteo Renzi che ogni settimana visita una scuola. Abbiamo sbagliato. Avevamo creduto che, in fondo, respirare un po’ di aria “innocente”, come si dice quando si parla di bambini, avrebbe potuto calmare i bollenti spiriti del neopremier ormai abituato all’uso di parole forti, proposte shock, progetti rivoluzionari, ora ci scateniamo.

Calma e gesso verrebbe da dire, la situazione del nostro Paese non è certo delle migliori e agli arcigni Commissari europei, espressione delle forze conservatrici, fanno l’effetto contrario a quanto Renzi spera. Insomma non mette loro paura, anzi li spinge, vedi ultimi interventi di Olli Rhen, a minacciare nuove sanzioni. Dice Renzi: “Ora si deve correre, non scherzare”. Bene, anche se questa smania di correre rischia di portarlo a sbattere. Soprattutto “non scherzare”. Ancora bene. Prendiamo per uno scherzo queste visite nelle scuole e smettiamola, lui smetta di utilizzare i bambini, per farsi una propaganda becera, vergognosa, complici i media. Soprattutto complici gli insegnanti che “prestano” i ragazzini per squallide sceneggiate, sindaci con le fasce tricolori che utilizzano i bambini per comparire in pubblico a fianco di Matteo, uno di loro, prelati sorridenti che benedicono scuole e bambini. La squallida sceneggiata alla scuola Raiti di Siracusa. Poi tutti in corteo con Matteo che guida con passo militaresco. Grillo ha richiamato Mussolini, dice che la sceneggiata nella Istituto “Raiti “di Siracusa ricorda in peggio e in grottesco gli incontri di Mussolini con ni figli della Lupa”. E non è possibile dargli torto. Io ricordo mio padre che quando il federale fascista gli chiese perché non ero un figlio della Lupa gli rispose “è figlio mio e basta”. I maestri di questa scuola hanno trasformato i bambini in figli di Renzi. C’è chi parla di manifestazioni, tipo quelle che si svolgono nel Nord Corea. Non ne abbiamo viste nella Unione sovietica quando le delegazioni dei partiti ”fratelli” incontravano i ragazzini nelle scuole. Cose da far venire i brividi. Clap and Jump in onore di Matteo. Ma la sceneggiata alla “Raiti” di Siracusa le supera tutte. Si merita l’Oscar dell’orrido. I bambini a semicerchio, un foglietto nelle mani con una canzoncina di benvenuto, un rifacimento di “Clap and Jump”. Cantano i bambini: Facciamo un salto, battiam le mani, ti salutiamo tutti insieme presidente Renzi, muoviamo la testa, facciam festa a braccia aperte ti diciamo “Benvenuto al Raiti”. Ogni commento è superfluo. Dimenticavamo la “giustificazione” di una dirigente della scuola. “Il nostro è un istituto di musica, i ragazzi studiano musica, dagli strumenti al canto, la canzone l’hanno scritta loro”. Dice un proverbio: “la colpa morì fanciulla”.

Da dazebao.it


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