La lingua internazionale di Floriana Cangiano

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Basta ascoltare le prime intonazioni che Floriana Cangiano ci offre nel suo primo lavoro discografico, “D’amore e di altre cose irreversibili” (Agualoca Records), per capire che ci troviamo dinanzi ad un’artista con la quale si parte da Napoli per poi proiettarsi verso sapori e saperi internazionali. Intense interpretazioni in italiano, portoghese, lingua napoletana, siciliano e francese  che pongono l’accento su di una problematica importante e attuale che permette così di  dialogare sulla musica e la cultura che nasce a Napoli.  Non solo rap, a ragione considerato da tanti addetti ai lavori la nuova lingua con cui si comunica nella Capitale del Sud, ma anche un linguaggio “più nobile” capace, invece, di interagire con gli altri popoli. Questo a mio avviso è il punto di partenza di un album che si apre con un brano da cui il cd, prodotto da Ernesto Nobili, prende il titolo e che pare lapalissiana per avviare qualsiasi confronto proprio su una contemporaneità che non presenta alcun rinnovamento: “D’amore e di altre cose irreversibili e ti dirò che qui non è cambiato niente”. La voce di Floriana Cangiano, che fino ad ora abbiamo incontrato al fianco di Daniele Sepe, appare suadente, vellutata, dolce e incisiva. I brani, quelli inediti sono firmati dalla stessa Cangiano, convincono immediatamente l’orecchio dell’ascoltatore che poi, con piacere, va a  crogiolarsi con le interpretazioni di <<una rassegnata amareza>> di “Presentimento” di G.E. Gaeta, autore meglio conosciuto con lo pseudonimo di E.A.Mario e in “Pirati a Palermo” di Ignazio Butitta e Rosa Balistrieri. Un buon album, sorprendentemente elegante che ci proietta già verso il futuro.


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