Electro: lux!

0 0

La proposta aziendale, per non spostare tutto nella coltivabile terra polacca (tappa iniziale global-trend prima di conquistare se del caso la manovalanza cinese), è che la terra polacca sia coltivabile in Italia. Da qui remunerare la forza lavoro indigena al costo di colà: è pressappoco così che possiamo tradurre la bella pensata -sì definita, tra i tanti, da Davide Serra imprenditore finanziario renziano- dell’azienda svedese. Gli è che, quand’anche in ‘sto pacco (più che pacchetto), la svedese mettesse a disposizione degli italici dipendenti charter gratuiti per Varsavia al fine d’acquistare colà beni di prima necessità compatibili con gli stipendi polacchi, i nostri avrebbero sempre a che fare con il coquà per affitti o rate mutuo mensili costretti a spendere per un tetto sulla testa. Questi, da soli, si succhiano la mensilità (circa 800 euro) che l’azienda (tra decurtazioni di premi aziendali, l’implementazione dei contratti di solidarietà a 6 ore, blocco dei corrispettivi per festività e scatti d’anzianità, la riduzione di pause e permessi sindacali) offrirebbe loro. Con quali soldi pertanto gli italiani potrebbero godere dei supermercati polacchi raggiungibili con i charter al fine di mangiare e vestirsi!? Dunque, niente charter nel pacco…

Un consiglio per la svedese: provi ad aggiungere nel pacco la sistemazione in azienda di container familiari sì da eliminare il tetto sulla testa così oneroso per i suoi dipendenti. Dai che gliela può fare per raggiungere il suo personalissimo “e luce fu”! Se gliela facesse, trattandosi di terre coltivabili, potrebbe addirittura trarre validi spunti dagli editti costituenti “le servitù della gleba” d’antica generazione, pur ridimensionati (bontà sua) all’attuale global-trend.
Oh bellezze! Sarà o no sempre meglio che schiavitù?!


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21