Capi e capri

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La proclamazione di un capo (carismatico) si accompagna sempre alla definizione di un capro (espiatorio).
Mussolini e gli Ebrei, Berlusconi e i comunisti, Grillo e i parlamentari, Renzi e i vecchi da rottamare, ecc.
Lo scambio è vantaggioso per tutti.
Per il Capo, che riceve tutto il potere e per chi glielo dà, perché riceve l’amnistia per tutte la sua responsabilità.
Così, qualsiasi crisi non è più una colpa di tutti, ma solo di “alcuni”, sicché tutti gli altri sono graziati e alleggeriti da qualsiasi senso di colpa.

Anche nel PD si è celebrato questo “giubileo politico”.
Ora si sa con certezza chi è il capo, chi sono i buoni e i cattivi. Ma soprattutto gli “assolti”, cioè tutti noi.
Niente di più confortevole per il nostro popolo che – anche a sinistra – non ha mai avuto un buon rapporto con il senso di responsabilità, con l’impegno civico diretto, con la fatica personale ad occuparsi della cosa pubblica e alla politica, rispetto alla spinta morbosa del singolo a “farsi gli affari suoi”.
Allora viene da porci una domanda: siamo sicuri che la crisi della rappresentanza in atto derivi da chi ce l’ha tolta e non da noi che non sappiamo che farcene?

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