La legge tacchia

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Letta c’informò che mica c’aveva scritto in fronte “Jo Condor”. Per stare sul filo della metafora i lavoratori (specie dipendenti) oggi potrebbero ben rispondergli: “noi siamo uomini di mondo, abbiamo fatto (almeno) 30 anni di militanza a cuneo (fiscale)”! In tal senso, quanto a legge di stabilità proprio su quel cuneo, il trovarsi l’aumento in busta paga tra il minimo di 3 al massimo di 14 euro, è beffa da utilizzatore finale (ghediniana memoria) piuttosto che speranza nel tornare a essere utilizzatore iniziale: il solo che può riavviare gli ingranaggi della ruota produttiva, dunque realmente garante di stabilità.

Con questa legge di stabilità, allo stato dei fatti nel 2014 ci troveremo a dover collettivamente versare miliardi principalmente perché si vive in o di “stabile” (da “Trise fortunati” che ancora lo possiedono o ci stanno in affitto a differenza degli abitanti di ponti-portici/tende/roulotte).  Con i 3 barra14 euro in più al mese nella busta paga i più risparmiatori ci faranno giusto una pizza (mica anche fichi!). Tutti gli altri staranno ad aspettare briciole e gocce dai soliti tarallucci e vini con cui si pasteggia (e parteggia) alle tavole sempre stabilizzate dall’infilarci il cuneo (altrimenti chiamato tacchia) sotto le zampe, per non farle traballare…


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