Guerriglia

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Il cronista non riesce più a seguire  la vicenda politica. I cambiamenti sono repentini, da un ‘ora all’altra si cambiano le carte in tavola, il governo fibrilla, i ministri, quelli del Pdl , corrono ai ripari con sempre maggiore affanno, ci sono  decreti che rischiano di scadere, leggi che vagano  e non trovano il modo di essere definitivamente approvate. Ogni giorno ha la sua pena. Invece di fare politica i partiti della maggioranza con i gruppi parlamentari sono impegnati a trovare compromessi dovendo fare i conti con falchi, lealisti,  vestali,e chi più ne ha più ne metta, che stazionano nel Pdl. Siamo al grottesco.Il confronto non è fra le diverse forze che compongono questa anomale maggioranza. Ma fra un pezzo di Pdl e i ministri del Pdl.  Loro sono nel mirino della “banda bassotti”.ogni occasione. Lo hanno fatto Tentano la prova di forza ad ogni occasione possibile, ad ogni voto al Senato perché alla  Camera  il gruppo del Pd garantisce una salda maggioranza che evita colpi di testa.  Quando il Pd  si sfalda i risultati sono quelli che  hanno bocciato Romano Prodi a Presidente della Repubblica, 101 franchi tiratori, forse più. Ma, ora, forse, capita la lezione pagata a caro prezzo, dal pd non sembrano possibili sorprese di sorta.

Falchi, lealisti e vestali  del Pdl attaccano i ministri del Pdl
Aveva detto il ministro Quagliariello che  anche al Senato la maggioranza avrebbe retto, non c’erano i voti per far decadere il governo, come vorrebbero i suoi colleghi di partito. E loro ci hanno provato. Sulla  legge per la riforma della Costituzione che richiedeva una maggioranza qualificata l governo non è andato sotto per quattro voti perché sono arrivati quelli della Lega. Il pregiudicato  è in continue riunioni con i suoi avvocati. Studiano il modo di rinviare il momento in cui arriverà la decadenza da senatore. Ricorsi, contro ricorsi, si cercano possibili appigli. Il rinvio a giudizio  a Napoli  nel processo per la compravendita di parlamentari, vedi Di Gregorio,ha ancora più inviperito il cavaliere. La voglia di far saltare il banco, succeda quel che succeda, è sempre più<nelle intenzioni dell’ex premier.

Via la Bindi dall’Antimafia o sarà guerriglia in Parlamento
Ma gli serve un partito unito. Perciò non sa più che pesci prendere, manda le sue truppe d’assalto in avanscoperta. Punta di diamante , il capogruppo alla Camera,  Renato Brunetta , trasformato in un guerrigliero, meglio uno sfascia carrozze. Non si accorge neppure del ridicolo quando con tono alterato, la faccia grifagna, cattiva, annuncia :  “Se Rosy Bindi non si dimetterà da presidente dell’Antimafia il Pdl   sono  pronto alla ‘guerriglia’ in Parlamento” .

Il capogruppo Pdl  vuole affossare le legge sui precari
E prima aveva fatto uno scenata, o meglio una sceneggiata da quattro<soldi in merito, al decreto sulla Pubblica amministrazione. Ha annunciato che non intende votarlo. Guarda caso non gli piace quella parte che riguarda diecimila precari. Il suo odio per i dipendenti pubblici è noto. Per i precari ancora di più, anche perché è problema sul quale la Cgil si è<impegnata a fondo, anche nei confronti con il governo. Con tono sprezzante il “ guerrigliero” ha detto , rivolgendosi ai ministri del suo partito: “ Se un decreto non viene convertito non è un problema. Non è la prima volta che accade.” Nella notte  il decreto dovrebbe essere votato alla Camera per passare subito al  Senato visto che il 30 scade.   Il “renato furioso”,  nella sua nuova veste di “ guerrigliero”  fa leva sul fatto che il M5S  si esibisce nell’ostruzionismo. Il governo , in questa situazione, pensa a porre il voto di fiducia, se nelle riunioni in corso fra i gruppi parlamentari  non si troverà la soluzione.  Fiducia che potrebbe essere posta anche su altri importanti decreti che rischiano la decadenza. Venerdì un nuovo round nella tragicommedia  targata Pdl.

Berlusconi accelera il ritorno di Forza Italia
Berlusconi ha convocato l’ufficio di presidenza. Si dice che voglia dare una accelerata nella chiusura del Pdl risuscitando Forza Italia. Nei giorni scorsi sembrava il contrario. Il rinvio a giudizio gli ha fatto cambiare idea.  Con Forza Italia praticamente verrebbe azzerato il gruppo dirigente. Così come chiede la  banda guidata da Fitto. Ma il partito dei “ ministri” non sembra disposto a cedere.<Il futuro, anche quello immediato, ha un volto ignoto. E il paese paga un prezzo enorme perché così è sempre più difficile governare.


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