La liberazione di Quirico è importante anche perché spezza un clima pesantissimo in Siria

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Finalmente possiamo togliere quel fiocco giallo che rappresentava l’attesa. Un segno di vicinanza e di affetto che per primi insieme a “La Stampa”, il suo giornale, abbiamo deciso di mettere accanto alla testata come segno di speranza. Domenico (Mimmo) Quirico tra poco già rimetterà piede sul suolo italiano. Libero, dopo cinque mesi. Non conosciamo ancora i dettagli, ma sarà lui stesso a raccontarceli con quel suo stile inconfondibile, da vero cronista. Con lui è stato liberato anche il belga Pier Piccinin, con il quale ha diviso la lunga prigionia. La notizia è stata confermata dalla Farnesina e dal primo ministro, anticipata solo da un tweet di Calabresi, il suo direttore, che potrà riavere finalmente un inviato importante che ha sempre vissuto in prima linea gli eventi caldi. Centocinquanta giorni senza sapere niente della sua sorte, dall’ultimo sms del 6 aprile, salvo quell’improvvisa, brevissima telefonata del 6 giugno alla famiglia. Ora potranno riabbracciarlo la moglie Giulietta e le figlie Eleonora e Metella che avevano anche lanciato un appello sui siti arabi.  La liberazione di Quirico è importante anche perché spezza un clima pesantissimo in Siria. Anche se resta l’angoscia per la sorte di padre Dall’Oglio, prigioniero da qualche parte, forse in mano ai qaedisti e dunque in gravissimo pericolo, stasera non possiamo che festeggiare il ritorno di Mimmo, uno di noi.


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