Rimpasto del governo in Somalia. Che si salvi la lingua

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E finalmente venne il grande giorno!
Le preghiere al Presidente Mohamud per dotare la Somalia di un governo veramente capace di governare hanno avuto esito positivo ed oggi si farà un grande rimpasto che equivale ad una vera e propria rifondazione dell’organo esecutivo somalo.
Quando ad ottobre del 2012 il Presidente Mohamud scelse quale Primo Ministro Abdi Farah Shirdon, ci volle più di un mese per varare il Consiglio di Ministri, un mese durante il quale molto si discusse, innanzi tutto, dell’ampiezza del nuovo governo e, alla fine, vinse il Presidente che voleva un numero molto ristretto di ministri e ciò, secondo i più, per poter meglio controllarne la gestione. Vennero così nominati appena dieci ministri con carenze vistosissime, per esempio, nella sanità e nell’istruzione di cui vennero completamente omessi i dicasteri.
Mohamud è stato subito accusato di conflitto di interessi per queste lacune.
Egli, infatti, venne eletto a settembre 2012 quale Presidente della Somalia dopo aver fondato, appena un anno prima, il Partito della Pace e dello Sviluppo quale costola del movimento Al Islah, il braccio somalo dei Fratelli Musulmani introdottosi nel paese nel 1972 ed oggi più che mai rappresentato dalla setta Demul Jadiid (Sangue Nuovo) che è infiltrato in tutti i centri di potere condizionando l’azione praticamente di tutti i ministeri e dello stesso Presidente.
Come si legge su Wikipedia: “Il Presidente Mohamud, come aderente ai Fratelli Musulmani, partecipa a varie iniziative filantropiche tra cui la costruzione di scuole primarie e secondarie, sedi universitarie e sanitarie in varie regioni del paese. Offre borse di studio e la frequentazione di varie strutture educative”. Ma tutto questo avviene al di fuori delle istituzioni ed in un’ottica religiosa islamica di colonizzazione, tanto che viene rimproverato a Mohamud di aver fatto scomparire l’insegnamento della lingua somala dalle scuole.
E’ anche per rispondere a queste critiche che oggi si farà un poderoso “rimpasto” del governo retto da Shirdon.
Il numero dei ministeri verrà portato da dieci a venticinque e verranno nominati anche venti viceministri e cinque “Segretari di Stato”.
L’ampliamento dei dicasteri permetterà, oltre ad una più penetrante azione del governo, anche una maggiore democratizzazione dell’esecutivo, allargando l’accesso della base clanica con l’abolizione della regola “4.5”, cioè un esponente per ciascuno dei quattro grandi clan e la metà (0.5) per le minoranze.
Da oggi, invece, la regola sarà “5.0”, cioè con le minoranze elevate al medesimo rango dei quattro grandi clan in un rapporto di parità.
La previsione, affianco al Ministero della Sanità, anche del nuovo Ministero dell’Istruzione, speriamo che permetta il recupero dell’insegnamento della lingua somala nelle scuole di stato che le mamme e i loro piccoli attendono da ventidue anni.
Il Presidente Mohamud ha dato per scomparsa la lingua somala. Un altro elemento visto come frutto del suo conflitto di interessi pro arabo islamico ai danni dell’identità nazionale somala. E poi: i comunicati stampa del Presidente sono in somalo !
La lingua somala non è affatto scomparsa ed i suoi fondamentali sono conservati addirittura a Roma, presso il Centro Studio Somali di Roma 3 diretto dalla Prof.sa Annarita Puglielli e reperibili all’URL http://host.uniroma3.it/centri/centrostu… appena aggiornato con i fondi della Cooperazione erogati del Ministero degli Esteri a seguito di un accordo raggiunto nel 2011 con l’allora Primo Ministro della transizione Mohamed A. Mohamed.
Da noi interpellata, la Prof.sa Puglielli ha confermato che i punti cardini della lingua somala sono stati tutti raccolti sul sito del Centro Studi, sezione “Testi”, e dalla Somalia possono essere agevolmente scaricati, così come da chiunque altro sia interessato all’argomento.
Presidente Mohamud: clicca qui !

http://primavera-africana.blogautore.repubblica.it/


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