Monti, Balduzzi e il Marchese del Grillo

0 0

Finalmente è stato varato il decreto che sblocca il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione alle imprese. Burocrazia permettendo, verranno rimborsati circa 40 miliardi in 12 mesi, il che rappresenta una salvifica boccata d’ossigeno per i tanti imprenditori che attendevano la notizia – e i soldi – da molti anni.
Se da un lato si registra un provvedimento da Paese quasi civile, dall’altro prosegue l’inesorabile crociata “salva ASL” che impedisce alle migliaia di vittime di malasanità – in possesso di SENTENZE ESECUTIVE ottenute a seguito di lunghi e costosi procedimenti – di ottenere i dovuti risarcimenti.

Per il quarto anno consecutivo, infatti, è stato reiterato, – questa volta non tramite legge finanziaria ma in virtù dell’ art 6bis della 189/2012, che ha convertito in legge il decreto Balduzzi – il congelamento delle azioni esecutive nei confronti  delle ASL delle Regioni commissariate o in piano di rientro dai debiti sanitari, ovvero le stesse ASL in cui si verificano maggiormente errori umani e di sistema che provocano ogni anni decessi e lesioni a carico dei degenti.

Grazie ad una simile norma – vergognosa prima ancora che illegittima – un artigiano, unica fonte produttiva di una famiglia monoreddito non più in grado di lavorare a seguito di un’infezione contratta in ospedale, per poter ottenere il pagamento del risarcimento riconosciutogli da un Tribunale, riuscire a sfamare i propri cari e pagare il mutuo, non potrà adottare alcun’azione esecutiva per far valere i propri diritti.
Dovrà attendere, inerte, che il proprio debitore decida se e come pagarlo.

Come quell’Aronne Piperno, cui il Marchese del Grillo negava immotivatamente il pagamento di quanto pur dovuto, rammentandogli le oggettive differenze socio-anatomiche che distinguevano (e distinguono) i potenti dai semplici cittadini.

*Presidente di Osservatorio Sanità, associazione a tutela di vittime di errori medici.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21