Il guitto e il golpe

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Grillo dixit: “Io sono il garante, controllo che chi entra in queste liste sia incensurato e che non sia iscritto ad altri partiti”. Intanto gli entrati nelle sue liste, ma soprattutto nelle sue grazie, tra il serio e il faceto occupavano a oltranza le camere di palazzo, a dispetto degli addetti alle pulizie che fremevano per avere campo libero. Si ritenevano in diritto di poterlo fare in quanto ascritti (ben diverso che semplicemente iscritti) parlamentari in forza di milioni d’italiani che, sfatti da inerte democrazia rappresentativa, pensarono di votare la sedicente forza attiva, dinamica, movimentata.

Allo stato dei fatti la realtà ci propina a)agglomerato rappresentativo d’un terzo d’italiani che invece d’assumersi la responsabilità almeno d’un preside o insegnante, preferisce fare lo studente occupatore b)ultrasessantenne non istituzionale (a differenza degli adolescenti di cui sopra) a oggi ufficialmente solo garante della sua capacità comica professionale che però pretende, senza mai aver fornito uno straccio di prova, d’assurgersi a unico garante possibile per almeno due dei tre poteri dello Stato. Tutto il resto del popolo per ora sta messo pressoché come Pinocchio nel Campo dei Miracoli situato nei pressi della città d’Acchiappacitrulli, nel Paese dei Barbagianni (cit.) sperando nel Colle più che in Collodi.


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