La stagione dei condoni viene e va

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Tanti contribuenti evadono perché un giorno o l’altro arriverà un condono, uno scudo o qualcosa di simile. Quando si parla di sanatorie fiscali, viene in mente la favola della talpa. Una volta una talpa si lamentava con Dio, perché l’aveva creata senza coda. Ella disse: «Come sono stata sfortunata! Ho un corpo così grazioso, un muso così carino, una pelle così vellutata, zampe tanto robuste, orecchie così piccole, e non mi è stato concesso un pezzo di coda, che completi la bellezza del mio corpo. È stata proprio una iattura!». Iddio ascoltò i suoi lamenti, e le domandò di che cosa volesse privarsi per avere in compenso una coda. La talpa disse: «Son disposta a perdere gli occhi pur di avere una codina». Il Signore volle accogliere la sua preghiera, e le fece nascere una minuscola coda, mentre le tolse la cosa più cara e indispensabile per la vita e la bellezza di un animale, cioè gli occhi.

Così anche il governo, quando vara un condono o uno scudo fiscale, commette lo stesso errore della talpa. Rinuncia agli occhi in cambio della coda. Fa cassa, ma rinuncia all’accertamento e istituzionalizza l’evasione. Si accontenta di qualche miliardo oggi, rinunciando a combattere l’evasione, che di miliardi ne sottrae almeno cento ogni anno. Anzi fa di peggio: perdona non solo l’evasione, ma anche altri gravi reati, e crea le condizioni per il proliferare di ulteriori illegalità. Si pensi allo scudo fiscale che, con l’anonimato, favorisce inavvertitamente anche la regolarizzazione dei capitali più “imbarazzanti”.

Nondimeno, come si è visto, i condoni periodicamente arrivano, calpestano la Costituzione e fanno un bel regalo agli evasori. Con vece assidua, un governo li fa, un altro li nega. E così via. Ma sarebbe un gran bene per il Paese che questo ignobile balletto finisse una volta per tutte. Come Ulisse all’isola delle sirene, il legislatore dovrebbe legarsi le mani per sottrarsi a questa tentazione. Si dovrebbe passare da una incostituzionalità di fatto a una incostituzionalità di diritto, ponendo un esplicito veto, di rango costituzionale, alla possibilità futura di condoni fiscali di qualsiasi tipo. Questo sì che sarebbe un segnale forte, un duro colpo agli evasori.


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