La storia di Pio La Torre rivive in un fumetto

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La marcia di Pio, quaranta tavole sceneggiate e disegnate da Nico Blunda e Giuseppe Lo Bocchiaro pubblicate nel numero di questa settimana di A sud’Europa (www.piolatorre.it). Tavole nelle quali si intrecciano gli anni della militanza nel Pci e nel sindacato… le lotte per l’assegnazione delle terre ai contadini contro lo sfruttamento dei proprietari terrieri, la protesta contro l’installazione dei missili Nato nella base militare di Comiso, in provincia di Ragusa, fino alla proposta di legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la norma che ha previsto la confisca dei beni ai mafiosi e all’attentato mafioso del 30 aprile 1982 in cui cadde vittima insieme a Rosario Di Salvo.

“Lavoro, Democrazia, Pace sono parole usate da Pio, richiamate nel Fumetto e ricorrenti ieri come oggi per difendere la Costituzione e il futuro del Paese e dei giovani” si legge nella presentazione di Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre. “La marcia di Pio indica quella di una generazione che all’indomani del fascismo e della guerra, in un paese
distrutto, si schierò per la libertà difendendo i più deboli e si battè per una società giusta ed equa. Durante quella marcia trovarono sempre l’opposizione dei ceti privilegiati che usarono tutti i mezzi per ostacolarla, compreso il delitto mafioso. Nonostante tutto, la democrazia e
la libertà hanno vinto”.

L’appendice del testo, a cura di Antonella Lombardi, è arricchita dalle testimonianze di Franco La Torre e Tiziana Di Salvo. “Avevo appena 11 anni quando il 30 aprile del 1982 ho perso mio padre – scrive Tiziana Di Salvo che ricorda il cambio di atteggiamento del padre Rosario qualche mese prima dell’attentato – Non rideva e non scherzava più come prima e diventò nervoso
e sospettoso”.

“Ero consapevole del fatto che mio padre corresse il rischio di essere ucciso dalla mafia e che questo rischio fosse concreto – annota Franco la Torre – ed ero consapevole che lo avesse ritenuto accettabile per l’obiettivo che voleva raggiungere, la responsabilità che si era assunto e l’impegno che ne derivava, perché non considerava il suo un atto di eroismo, ma una scelta politica”.

“Mi piacerebbe che i ragazzi si riscoprissero rivoluzionari leggendo di Pio, che si riscoprissero cittadini orgogliosi e trovassero quella forza di alzare la testa che magari non ha avuto la generazione dei loro genitori”, commenta lo sceneggiatore Nico Blunda. Mentre il disegnatore, Giuseppe Lo Bocchiaro annota come “questo lavoro mi ha restituito l’immagine di un ragazzo che capisce che la politica è una cosa bella e che attraverso di essa può cambiare sul serio la qualità di vita della gente che gli sta attorno; e ci crede a tal punto da farlo con dedizione senza mai arrendersi, senza mai deviare il suo percorso”.

http://www.piolatorre.it/public/a_sud_europa/a_sud_europa_anno-6_n-30.pdf


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