BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Padania, indietro tutta

0 0

 

I Tg di giovedì 5 aprile 2012 – Il sostanziale addio di Bossi alla politica, a 48 ore dalla comunicazione di garanzia con successive dimissioni del tesoriere Belsito, a 24 ore dal ritrovamento del faldone “family” e – sembra –dalla scomparsa di quello “ristrutturazione villa Gemonio”, campeggia ovviamente su tutte le testate. Come abbiamo notato già ieriquesta volta la magistratura non riceve “accuse” quasi neanche da Via Bellerio, per presunte “inchieste a orologeria”. Nei Tg in pochi si espongono: un Feltri un po’ nostalgico e non proprio malevolo intervistato da Tg 4, un Berlusconi “distrutto” per l’uscita di scena del suo “gemello” politico, a 145 giorni dal suo abbandono di palazzo Chigi. Destino comune, dunque, ma nel caso di Bossi nessuno sale sul carro dello sconfitto. TG La 7 anticipa l’edizione delle 20 con uno lungo e accurato speciale, condotto sempre da un infaticabile Mentana.

L’altra notizia centrale è il day after del quasi accordo sul pacchetto lavoro, guarnito dal parziale assenso dei sindacati e dalla “fiera opposizione” dichiarata da Confindustria e millantata da ambienti del Pdl. Mario Monti, intervistato “in esclusiva” dal Tg 1, questa volta è duro con le aziende che, comunque, “capiranno” col tempo la positività dell’impianto della riforma.

Del terzo anniversario del terremoto de L’Aquila si “ricorda” questa sera solo il TG 1, chesi occupa meritoriamente anche di Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace che ha abbandonato la guida del comune per le troppe intimidazioni mafiose. Con un buon servizio TG 3 ricorda l’inizio, vent’anni fa, dell’assedio di Sarajevo che sarebbe durato più di 4 anni.

Vogliamo, infine, fare complimenti a Marcello Masi, Direttore del TG 2, per la buona iniziativa di dedicare questo mese ben 24 servizi nell’edizione delle 13 alla piaga delle morti sul lavoro. Lo abbiamo sentito nel commento, parlando anche di ruolo e crisi del  servizio pubblico.

Luca Fargione

 

Il Commento: Marcello Masi, Direttore del Tg2

intervista di Alberto Baldazzi

 

Direttore Masi, le morti sul lavoro presentate in una sorta di dossier a puntate, ma anche, nei giorni scorsi, la fame nel Sahel, un approfondimento sugli “esodati, eancora la vicenda  dei rifiuti analizzata ed approfondita. Si ha come l’impressione che il Tg2 abbia sostituito quello che in genere nei telegiornali è ilfascicolodedicato al gossip e all’infotainmentcon gli approfondimenti. È una tendenza consolidata nella sua direzione…

“Questa è un’osservazione corretta, giusta, e sono contento che cominci ad essere notato.Il Tg2 ha la presunzione di essere un giornale corale, di servizio pubblico che si propone a di chi ci guarda, ma anche con il rispetto a chi ci guarda. Noi vogliamo proporre ai telespettatori, agli abbonati, un prodotto sempre approfondito, sempre puntuale nei temi e che affronta – questa è la mia linea editoriale – temi che fanno dibattere, siano pure scomodi. Magari quei temi che devono far dibattere, quando  l’informazione diventa denuncia”.

Direttore, la sua nomina ha coinciso con una mobilitazione corale anche da parte della redazione, che ha spinto per una soluzione interna. Lei mi permetterà – se non la imbarazza troppo – , una domanda in generale sulla situazione Rai, sui temi dellagovernance ed anche sulle battaglie che alcuni segmenti professionali – quelli organizzati dal sindacato – stanno facendo con lo slogan “riprendiamoci il servizio pubblico”. Cosa ne pensa, e che prospettive vede?

“Io come dirigente Rai devo essere sinceramente attaccato alla mia azienda, e mi concentro quindi sul prodotto che faccio insieme a tutta la redazione. Quello che lei ha detto è per me motivo di vanto. Io sono espressione di una redazione. Io parlo sempre di “laboratorio Tg2”. Stiamo sperimentando una forma di comunicazione secondo me inedita nel Paese; una forma di comunicazione che parte sì da un direttore, il cui compito è di mantenere gli equilibri e gli obiettivi ben chiari, ma vede la redazione che partecipa  alla creazione del prodotto attraverso il lavoro  quotidiano e l’ideazione. Questo è per me il contributo più importante che il Tg2 sta dando alla Rai, un’azienda che sta vivendo un momento particolarmente difficile. Crediamo che stiamo contribuendo a far superare all’azienda questo momento”.

Per concludere, Direttore, torniamo al tema per cui l’abbiamo sentita: le morti sul lavoro, un tema per noi molto importanteCi auguriamo che intendiate proseguirenel proporre servizi che contribuiscano alla creazione di una coscienza diffusa su questo assurdo” che fa dell’Italia un Paese quasi incivile

“Siamo convinti che questa è la strada da percorrere, e non solo per un tratto limitato, per quanto ampio. La  prima serie  di approfondimenti durerà un mese, ma il Tg2 non cesserà mai di seguire queste vicende. Finché ci saranno morti, finché ci saranno persone che escono di casa per andare a guadagnare uno stipendio e non tornano perché muoiono, il Tg2 ci sarà, e sarà lì a raccontare quelle storie, contribuendo a lavare via questa vergogna dalla realtà del nostro Paese”.

 

 

Dati auditel dei TG di mercoledì 4 aprile 2012

Tg1  ore 13:30 – 4.030.000 22.62% ore 20:00 – 5.163.000 21.79%
Tg2  ore 13:00 – 2.429.000 15.50% 
Tg3  ore 14:30 – 1.790.000  10.79% ore 19:00 – 2.267.000 14.25% 
Tg5  ore 13:00 – 3.656 .000 22.86% ore 20:00 – 4.757.000  20.04%
Studio Aperto  ore 18:30 – 921.000 7.28% 
Tg4  ore 11:30 – 410.000 6.44% ore 19:00 – 988.000  6.17%
Tg La7  ore 13:30 – 971.000  5.43% ore 20:00 – 2.176.000  9.07%

Fonte:www.tvblog.it

 

 


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21