Odissea A/R: un movimento corale verso le proprie origini

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Lo spettacolo di Emma Dante, che ha riempito il teatro Argentina di Roma dal 31 al 5 febbraio, è un racconto d’impatto e ritmo, apprezzato anche dai più giovani.
di Alice Corte (redazione di Confronti)

Emma Dante, con lo spettacolo Odissea A/R, fa epica. Partendo dall’ultima parte della storia di Ulisse (tratta in parte dall’Odissea omerica, in parte dalla Telemachia), narra «il movimento verso la propria origine, […] il movimento che parte dall’origine per tornare all’origine», che si intreccia alla tela di Penelope, tela che occupa la scena, si fa mare, si fa sudario, si fa attesa. Il movimento è espresso da rappresentazioni coreografiche, da cori impastati dal dialetto siculo, che danno la dimensione, per l’appunto epica, cui Emma Dante ci ha abituati. E che infatti porta a teatro tutti, come nella migliore tradizione aedica, in maniera trasversale, perché il suo è un racconto d’impatto e ritmo, apprezzato anche dai più giovani, che ha riempito il teatro Argentina di Roma dal 31 al 5 febbraio.

Il linguaggio usato mantiene alcuni degli stilemi propri del poema, ma li riattualizza sia nella recitazione a tratti dialettale, sia nell’ironia con cui spesso viene spezzata la tensione drammatica, di cui non è privo lo spettacolo. Cambiamenti di scena e ambientazione vengono invece scanditi da momenti musicali, sempre corali.

PALERMO 15.07.2015 - TEATRO BIONDO: L'ODISSEA DI EMMA DANTE ESEGUITA DAGLI ALLIEVI DELLA SCUOLA DEI MESTIERI DELLO SPETTACOLO. © STUDIO CAMERA/FRANCO LANNINOLo spettacolo è collettivo nell’estetica, ma anche nell’ideazione e nella messa in scena. Come ha ricordato Emma Dante: «Quello che ha permesso, a me e ai miei 23 allievi, di far materializzare i personaggi che popolano la casa di Odisseo è stata una lettura approfondita del testo. Attraverso il nostro laboratorio permanente abbiamo potuto renderlo materia viva, creare lo scheletro di un unico corpo che, nell’arco di due anni, è stato alimentato da una scrittura scenica collettiva e ha dato vita a un movimento di 23 corpi che ballano, cantano e suonano all’unisono». Gli allievi sono quelli della Scuola del Teatro Biondo, diretta proprio da Emma Dante e che arrivano con lo spettacolo sul palco del “Festival dei 2 Mondi” di Spoleto la scorsa estate, e per la stagione 2016-17 su quelli del Teatro Biondo di Palermo e dell’Argentina a Roma. Giovani attori e attrici che rappresentano sicuramente una promessa per il teatro italiano, per il quale possiamo solo sperare che si aprano – o riaprano, come nel caso del Teatro Valle, dove la regista siciliana è stata protagonista di incontri e spettacoli – i meritati spazi.

Lo spettacolo, liberamente tratto dal poema omerico, è stato scritto e diretto da Emma Dante, con gli allievi attori della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo: Manuela Boncaldo, Sara Calvario, Toty Cannova, Silvia Casamassima, Domenico Ciaramitaro, Mariagiulia Colace, Francesco Cusumano, Federica D’Amore, Clara De Rose, Bruno Di Chiara, Silvia Di Giovanna, Giuseppe Di Raffaele, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Vittorio Pissacroia, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Giuditta Vasile, Claudio Zappalà.

Le musiche e le canzoni sono scritte da Serena Ganci e Bruno Di Chiara, gli elementi scenografici e i costumi dello spettacolo sono della stessa Emma Dante, le luci di Cristian Zucaro, il suono di Gabriele Gugliara, mentre Sandro Maria Campagna ha collaborato alle coreografie.

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