Appello LasciateCIEntrare: “Fermiamo i respingimenti”

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Al Gentile Presidente del Consiglio, Matteo Renzi
Al Gentile Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni
Al Gentile Ministro dell’Interno, Angelino Alfano
Al Gentile Alto Commissario PESC della UE, Federica Mogherini

“Come certamente saprete la Corte Europea per i diritti dell’uomo ha nuovamente  condannato il Governo Italiano per i respingimenti collettivi (decisione Sharifi contro  Italia e Grecia del 21.10.2014) per la violazione dell’art. 13 Cedu (diritto a un ricorso  effettivo) combinato con l’articolo 3 (divieto di trattamenti inumani e degradanti)  “perché le autorità italiane hanno esposto i ricorrenti, rimandandoli in Grecia, ai  rischi conseguenti alle falle della procedura di asilo in quel paese” e per violazione  dell’art. 4, Protocollo 4 (divieto di espulsioni collettive).

La Cedu, si legge nel comunicato stampa immediatamente successivo alla sentenza,  “condivide la preoccupazione di diversi osservatori rispetto ai respingimenti  automatici attuati dalle autorità frontaliere italiane nei porti dell’Adriatico, di persone  che sono il più delle volte consegnate immediatamente ai comandanti dei traghetti per  essere ricondotte in Grecia, essendo in tal modo private di ogni diritto procedurale e materiale”. Le nostre organizzazioni condividono le considerazioni e le preoccupazioni della  Corte Europea dei diritti dell’Uomo. E’ infatti notizia del 29 ottobre 2014 che al porto di Ancona le forze dell’ordine  abbiano respinto in Grecia 16 persone di cittadinanza iraniana, siriana e irachena  imbarcatisi su un traghetto della Minoan, nascosti tra le ruote dei Tir o in mezzo al  carico. Solo cinque scoperti nella stessa occasione sono stati ammessi alla procedura  di asilo. Notizie di questi giorni, lanciata da RTM, parlano di un respingimento di circa 50  egiziani giunti a Pozzallo in un’imbarcazione con a bordo 329 persone partite dall’Egitto nove giorni prima.

Questi respingimenti non si collocano certo nell’ambito di applicazione del  regolamento Dublino perché nessuno dei respinti ha potuto o voluto formalizzare una  richiesta di asilo. Si è data applicazione ancora una volta da una parte all’Accordo tra  Italia e Grecia del 1999 che prevede modalità “semplificate” per le procedure di  respingimento verso la Grecia senza nessuna delle garanzie che comunque il  regolamento frontiere prevede in favore di qualunque migrante faccia ingresso nel  territorio di uno stato appartenente all’area Schengen e dall’altra gli accordi bilaterali  di riammissione tra Italia ed Egitto. Paese che non può comunque essere definito un  “paese terzo sicuro”, come risulta dai rapporti internazionali delle principali agenzie  umanitarie che il nostro governo e la comunità internazionale non può ignorare.

Queste procedure semplificate di respingimento collettivo, privano i migranti dei più  elementari diritti di difesa e di informazione, in quanto, al di là della stessa possibilità  di formalizzare una richiesta di asilo, priva le persone della possibilità di fare valere  qualsiasi altra causa ostativa rispetto al respingimento immediato e si pone in totale  contrapposizione con le disposizioni europee e con la giurisprudenza della Cedu.  Per tali ragioni le nostre organizzazioni, consapevoli che le suddette pratiche  collettive e sommarie di respingimento verso Paesi certamente non sicuri, quali, oltre  la Grecia, per effetto di possibili respingimenti a catena, la Libia, l’Egitto e la  Turchia, lungi dall’essere state inibite rischiano di moltiplicarsi anche quale  conseguenza del termine dell’operazione Mare Nostrum, che potrebbe comportare un  maggiore afflusso di potenziali richiedenti asilo o comunque di migranti irregolari,  alle frontiere portuali ed aeroportuali, chiedono al Governo Italiano l’impegno di far  cessare immediatamente qualsiasi procedura di respingimento di migranti, in  ottemperanza a quanto sancito dalla Cedu, nonchè dalla convenzioni internazionali e  direttive europee in tema di Protezione internazionale e diritto all’Asilo.

Vi chiediamo altresì di imporre il rispetto del suddetto divieto di espulsione o  respingimento collettivi anche in applicazione del Regolamento frontiere Schengen  562 del 2006, il quale, invece, deve essere interpretato e applicato in conformità alla  CEDU, con l’esame individuale di ogni persona, anche agli altri Stati membri e ciò in  forza del ruolo dell’Italia in questo semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione  Europea. Raffaele K. Salinari, Presidente Terre des Hommes International Federation

– Loris De Filippi, Presidente Medici Senza Frontiere Italia
 Lorenzo Trucco, Presidente Asgi – Associazione Studi Giuridici Immigrazione
– Gabriella Guido, Portavoce Campagna LasciateCIEntrare

Per info e  contatti:  info@lasciatecientrare.it – www.lasciatecientrare.it


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