Questa Rai riformata sarà più o meno libera?

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Non conosciamo il testo integrale della annunciata autoriforma editoriale della Rai. Quello che sappiamo deriva dalla lettura dei giornali che, sino ad oggi, hanno riportato versioni parziali e non sempre identiche. Sia come sia, l’atteggiamento piú sbagliato sarebbe quello di chiusura aprioristica e di arroccamento pregiudiziale, soprattutto da parte di chi, per oltre un ventennio, ha chiesto la radicale riforma del servizio pubblico ed il superamento di modelli che affondano le loro radici nella riforma del 1975 e in modelli politici, industriali, editoriali ormai scomparsi.

Per queste ragioni ci sembra condivisibile la riflessione qui proposta dal segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani, che, per altro, trova le sue radici nella elaborazione storica di quel sindacato e della Federazione della stampa. Il confronto sul testo inizierá nel mese di settembre e dovrá coinvolgere non solo le parti sociali, ma anche il grande assente di queste ore : il cittadino che paga il canone.
Il testo della riforma potrá essere piú o meno apprezzato, se sará percepibile anche il contesto nel quale si svolgerà il confronto tra le parti sociali. La modifica dell’assetto delle testate e dei flussi informativi sará accompagnata da una iniziativa del governo e del Parlamento tesa a sbaraccare la legge Gasparri, il conflitto di interesse e a dare alla Rai una effettiva autonomia politica, editoriale,industriale e finanziaria?

Per ora i segnali, almeno sotto questo profilo, non sono incoraggianti. Il prossimo gruppo dirigente e i direttori del futuro saranno scelti con i metodi del passato?
In che modo sará restituita alla Rai quella autonomia finanziaria, indispensabile premessa per l’autonomia aziendale e messa in discussione con il decreto che ha tagliato di imperio 150 milioni di euro?
La riforma della informazione sará seguita dalla ridefinizione di tutte le altre strutture?
La Rai ” ricompattata” sará piú o meno libera dalle pressioni dei governi, dei partiti, e soprattutto da quelle di  quei gruppi di interesse oggi interessati ad indebolire l’azienda per spartirsene le spoglie?
Le procedure di nomina saranno finalmente segnate da percorsi trasparenti, dalle autocandidature e dal confronto tra i curricula, come avviene per altro anche in altre tv pubbliche?
Ed infine questa Rai riformata e ristrutturata dará piú o meno notizie? Sará piú o meno libera?


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