La crisi precipita

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Seguire, come faccio ormai da troppi anni la politica italiana,  assicura sempre il massimo di suspense. Ho chiesto ad amici molto diversi tra loro e di idee che non collimano quasi mai che cosa si aspettano dalla crisi politica in atto nel nostro paese dopo le dimissioni ordinate dall’uomo di Arcore ai suoi ministri suscitando persino le obiezioni motivate del piduista Cicchitto e quelle decise di Lupi e Quagliariello ma nessuno di loro è stato in grado di formulare ipotesi che sembrassero a loro stessi attendibili.
Devo soltanto aggiungere che parlare di falchi e colombe per un PDL in corsa per ridiventare Forza Italia quando è evidente anche a un mio nipotino che ha soltanto sei anni che quella è una caserma con un unico comandante che può decidere sempre quello che vuole rasenta il grottesco e mi fermo qui per non usare termini più pesanti.
Ad ogni modo chi ha qualche esperienza politica dell’ultimo ventennio può azzardare il fatto che l’accordo che regna tra il Capo dello Stato e l’attuale presidente del Consiglio favorisce,
se non mi inganno,  l’idea di un tentativo di Letta di formare un secondo ministero con l’aiuto di alcuni parlamentari PDL convinti ormai che la storia di Berlusconi è finita e che, almeno  ogni tanto, bisogna pure occuparsi del bene proprio e degli interessi generali. Naturalmente ci vorrebbe anche qualche voto degli scontenti della dittatura di Grillo e questo non si può neppure escludere del tutto.
La seconda ipotesi è che, pur con questo lavoro e con trattative che sono in corso da alcune settimane (direi da quando è stata resa nota la sentenza definitiva della Corte di Cassazione contro Berlusconi) è possibile che il Letta bis non ottenga la fiducia. In questo caso Letta (che nel partito gode di un’ottima stampa dopo la prova data come capo del governo) si metta temporaneamente da parte e un altro esponente del Partito democratico cerchi di presiedere un governo di scopo, persino di minoranza, che abbia il compito di far approvare entro il 2013 la legge di stabilità e una nuova legge elettorale in modo da ritornare al voto nei primi mesi del 2014.
Ma esiste ancora un’altra ipotesi più pessimistica – come a dire che il baratro in cui l’Italia sta precipitando è così profondo da consentire soluzioni ancora peggiori – e allora il presidente della repubblica, dopo vari tentativi di identificare una nuova maggioranza, si rende conto dell’impossibilità di trovarla e chiederebbe a Letta di restare per l’ordinaria amministrazio-
ne, come si dice in questi casi, far approvare la indispensabile legge di stabilità entro l’anno decidendo l’immediato sciogli-
mento delle Camere e indicendo le elezioni per il prossimo novembre.
Naturalmente chi, per l’esperienza ormai accumulata nei decenni trascorsi, conosce più a fondo la crisi repubblicana pensa che la terza ipotesi sia quella più probabile a verificarsi.


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