“Bella Addormentata”: Sacconi e Roccella non l’hanno visto, ma lo condannano ugualmente

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Che “Bella Addormentata”, il film di Marco Bellocchio presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, fosse destinato a sollevare polemiche – e polemiche anche pretestuose e strumentali – lo si era messo in conto; ma anche pretestuosità e strumentalizzazioni dovrebbero avere un qualche limite: pudore, se non per buon senso. Personaggi come l’ex ministro Maurizio Sacconi, o l’ex sotto-segretaria Eugenia Roccella, evidentemente privi di entrambi, questi limiti non sospettano neppure cosa siano, e si esibiscono in affermazioni spericolate.

Per Sacconi il film di Bellocchio “è tutt’altro che educativo”. A parte questa inquietante concezione dell’arte con funzione educativa e pedagogica, su cosa si fonda questo accigliato giudizio? Sacconi il film l’ha visto? No, ammette; ma una persona che stima sì, “…e mi ha riferito di un assoluto disprezzo per la tesi di coloro che nel dubbio scelsero il principio di precauzione in favore della vita. Nel caso Englaro ci fu nel Parlamento e nel paese un confronto alto che vide impegnata la buona politica da una parte e dall’altra. Non sarebbe quindi educativa un’opera nella quale la tesi opposta a quella di colui che l’ha diretta venga descritta come una cinica operazione di asservimento al capo-partito e attraverso di esso alla chiesa, verso la quale i pregiudizi di Bellocchio non sarebbero tra l’altro nuovi”.

Abbiamo avuto ben modo di vedere – e lo si ricorda perfettamente – la “buona politica” venuta dalla “parte” che è di Sacconi: dal vergognoso “Eluana è in grado di procreare” di Silvio Berlusconi, al congestionato Gaetano Quagliariello che urla nell’emiciclo del Senato all’indirizzo dei senatori del centro-sinistra: “Assassini!”.

Poteva esimersi dal dire la sua la ex sottosegretaria Eugenia Roccella? No, la loquacissima zuava pontificia doveva comunicare la sua riflessione sul film di Bellocchio, una sorta di dovere civico. Ecco quello che ha detto: “Prevedibile, scontato, anti-cattolico, com’era lecito attendersi; e dominato dai sentimenti dell’anti-politica”. Ullallà!
E su cosa si basa un così negativo giudizio? L’ha visto? “Il film non l’ho ancora visto…”, ci fa sapere. Anche lei!
Però “da quello che mi hanno raccontato si tratta di un film scontato, con una storia prevedibile, e che di fatto non racconta quasi nulla della vicenda di Eluana”.
Il film non l’ha visto, e però “…da quello che ho capito mi pare sia un film in cui la politica è raccontata solo in maniera cinica e servile, mentre il film non dà conto della straordinaria e generosa battaglia politica che è stata fatta sia per salvare la vita a Eluana, ma anche per impedire che un tribunale potesse decidere della vita e della morte di una persona”.
  Proseguendo nella sua “recensione” del film non visto, Eugenia Roccella sostiene che “l’ossessione religiosa e anticattolica di Bellocchio: ma questa non è una novità e può anche far parte della sua libertà creativa…”. Bontà sua.

Stupirsi? Tutto sommato no. Eugenia Roccella, per esempio, tempo fa, ha trovato tempo e modo per scagliarsi contro una storia di “Dylan Dog”. Anche in quel caso si esibì in giudizi aspri che poi rettificò in qualche modo. Non aveva letto la storia.
Per anni siamo stati governati da personaggi simili: capaci di straparlare di cose che non conoscono, trinciando giudizi sulla base di quanto altri hanno loro riferito: la cifra di quello che sono capaci di essere; i guai e i guasti di cui sono stati capaci li si paga ancora.


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