Giornalismo sotto attacco in Italia

Rai megafono del Governo Meloni, scatta lo sciopero di 24 ore il 6 maggio

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Alla fine di una serie di giorni difficili, giovedì l’Usigrai, il principale sindacato dei giornalisti della Rai, ha annunciato uno sciopero di 24 ore per il prossimo 6 maggio. Il sindacato ha scritto in un comunicato che lo sciopero è una reazione al “controllo asfissiante” sull’informazione del servizio pubblico, e che è stato deciso dopo un “incontro di raffreddamento con l’azienda” che “si è risolto in un nulla di fatto”. Il riferimento è alla cancellazione da parte della dirigenza della Rai dell’intervento sul fascismo e sul governo Meloni che lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere nel programma Chesarà.
Il comunicato parla anche di un “tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo”, e dell’assenza “dal piano industriale di un progetto per l’informazione della Rai”. Usigrai ha anche sottolineato il mancato accoglimento di alcune sue richieste da parte dell’azienda, come la stabilizzazione dei colleghi precari, la difficoltà di colmare le sostituzioni nei periodi di maternità e la necessità di assumere nuovo personale per agevolare il lavoro delle redazioni.

“Mai come questa volta chiunque abbia a cuore la Costituzione antifascista non può che aderire, sostenere e rilanciare le motivazioni che hanno indotto il sindacato dei giornalisti Rai, l’Usigrai, a proclamare lo sciopero del 6 maggio. – dice Giuseppe Giulietti, coordinatore dei presidi di Articolo 21 – Quello che sta accadendo in Rai non è solo una questione aziendale, tantomeno riguarda i soli giornalisti, ma una parte essenziale del progetto di costruzione di un solo polo mediatico al servizio del tentativo di realizzare la Repubblica presidenziale senza controlli”.
Intanto arrivano molti messaggi di solidarietà ai giornalisti Rai. Tra i primi quello del cdr dell’AGI che “esprime solidarietà ai colleghi della Rai che hanno proclamato un giorno di sciopero il 6 maggio per protestare, tra l’altro, contro il ‘controllo asfissiante sul lavoro giornalistico’ e il ‘tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo’. La difesa della libertà dell’informazione è un dovere democratico, che da mesi vede impegnata anche la redazione dell’AGI contro la possibile cessione dell’agenzia al gruppo editoriale di un parlamentare di un partito della maggioranza. Il pluralismo resta una condizione di libertà irrinunciabile – ha ricordato ancora una volta il presidente Mattarella nel messaggio per i 35 anni di MF-Milano Finanza – ed essere riusciti ad arricchire il campo delle fonti, l’analisi dei fatti, il confronto tra i punti di vista è un valore che si riverbera sull’intera società”.
(Nella foto il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda)


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