CARLO VERNA: Rai, la parola chiave e’ discontinuita’

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Carlo Verna, un’ulteriore giornata di mobilitazione dei giornalisti della Rai, e non solo,  sul tema “mostro” di questi ultimi giorni: stiamo parlando del Consiglio di Amministrazione, che è stato – di fatto – prorogato senza che nessuna battesse ciglio, senza che nessuno si occupasse di risolvere  questa vicenda . In più, è un Consiglio di Amministrazione che sembra proprio non stare più fermo …
“Il Consiglio di Amministrazione ha provato a discutere un progetto di accorpamento tra Rainews e Televideo. In sé, per quando ci riguarda, se ci fosse in futuro – e sottolineo in futuro – un progetto credibile su un’operazione di questo genere, noi non avremmo elementi di contrarietà. Riteniamo da tempo che certi processi di accorpamento vadano fatti per una migliore funzionalità delle redazioni. Detto questo, non è possibile accettare che questo consiglio, in una fase sostanzialmente di prorogatio, possa ancora occuparsi di qualcosa che atterrà alla futura gestione, e che noi speriamo possa venire da un governo aziendale libero, autonomo, indipendente – e magari votato  con  una legge diversa dalla Gasparri. Mi rendo conto che non è questo il clima che  si respira, ma riteniamo che sia giusto mettere a verbale da parte nostra –  col supporto di tanti cittadini che hanno partecipato alle manifestazioni di “Riprendiamoci la Rai” – , che l’interesse pubblico, l’interesse della  comunità di utenti, è che si cambi drasticamente rispetto al passato, soprattutto al passato recente. La parola chiave è discontinuità”.

In queste ore lo slogan di quelli che dicono “nulla deve cambiare” – ad esempio  Gasparri -, è: “Va tutto bene. La Rai quest’anno ha avuto anche un utile di 5 milioni”. È credibile tutto ciò?
“Non è assolutamente credibile. E non è credibile perché c’è una situazione finanziaria che è tutt’altro che rassicurante,  come ci ha spiegato anche l’ex consigliere Rizzo, intervenendo questa mattina alla nostra manifestazione al teatro Capranichetta. Certo, con  una sapiente formulazione del bilancio  è possibile trovare i margini per un attivo dp’esercizio, fermo restando che l’esposizione finanziaria è estremamente ampia;  io ritengo che i conti non siano il problema, quanto la conseguenza del problema: l’azienda Rai ha una crisi etica, funzionale, tecnologica; questa crisi produce naturalmente un ritorno negativo che si riverbera direttamente sui conti. Francamente, credo che l’unica soluzione sia trovare un modo per cambiare”.

(Intervista a cura di Alberto Baldazzi)


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